In Italia la violenza sessuale è all’ordine del giorno tuttavia una madre è stata condannata per ingiurie, dopo aver etichettato come ‘maniaco’ lo stupratore della figlia. La donna si è vista rigettare dalla Cassazione il ricorso contro la sentenza del Tribunale di Messina, che l’aveva giudicata colpevole del crimine di aver definito ‘ maniaco’ il responsabile della violenza sessuale subita dalla figlia. L’insulto è stato reputato offensivo dalla Suprema Corte ed è stato sottolineato che non è legittimo offendere pubblicamente l’onore e la reputazione di qualcuno, anche un tuo congiunto si è macchiato del reato di stupro.
“Anche i condannati, finanche per reati gravi, hanno diritto, quali membri del consorzio umano, al rispetto della dignità personale” ha precisato Piazza Cavour.
20 Ottobre 2014
20 Ottobre 2014 @ 19:51
Uno che stupra una ragazza ha una dignità personale? Che cosa è una dignità personale?