Finalmente arriva la risposta della Cassazione per il caso di Butt Ahmad Khan, il pakistano di 55 anni che lapidò la moglie Shanhaz Begun, a Novi Modena. Al pakistano è stato comminato l’ergastolo. L’uomo avrebbe anche chiesto alla Cassazione un’attenuante per l’omicidio della moglie, che lui riteneva colpevole di essersi opposta alle nozze combinate della figlia ventenne con un anziano parente che non conosceva. Ma i giudici della Cassazione, alla fine dell’udienza tenuta ieri, hanno deciso di respingere la richiesta dell’imputato, convinto di aver agito seguendo le leggi della sua cultura che interpreta come una provocazione la ribellione da parte delle donne, in questo caso la moglie, alle scelte del capofamiglia.
A richiedere la concessione dell’attenuante della provocazione è stato il sostituto procuratore generale della Cassazione, Francesco Iacoviello. Richiesta che ha suscitato la piena contrarietà dell’avvocato dello Stato Carlo Maria Pisana, il quale non condivide affatto questo punto di vista. Il caso era stato presentato in giudizio insieme all’avvocatura erariale sotto la sollecitazione del ministero delle Pari Opportunità per tutelare il diritto alla libertà, all’uguaglianza e all’autodeterminazione delle donne immigrate. Ovviamente senza concedere nulla a chi pretende di invocare il retaggio della cultura islamica come scusante di certi comportamenti.
Pisana infatti commenta: “I motivi religiosi non c’entrano niente in questo omicidio, dal momento che sia l’imam di Novi che quello di Carpi avevano chiesto a Butt di non usare la violenza contro la moglie. Il problema è quello dell’arretratezza dei valori delle società di provenienza“.
Nel frattempo i giudici della prima sezione penale hanno considerato e accolto la possibilità di far riesaminare, dalla corte di appello di Bologna, anche il caso di Butt Umair Ahmad, il figlio della coppia, ed eventualmente di concedergli una pena più delicata. Infatti il figlio di Butt Ahmad Khan è stato condannato a 20 anni di reclusione per aver ridotto quasi in fin di vita la sorella Nosheen, considerata una ribelle. In questo caso l’attenuante sarebbe concessa in quanto il ragazzo potrebbe aver agito sotto il condizionamento paterno. In quell’occasione, infatti, mentre il padre lapidava la consorte, Umair separava la sorella Nosheen che cercava di proteggere la madre, picchiandola selvaggiamente con un bastone di metallo.
Il verdetto di ergastolo per Butt Ahmad Khan era stato emesso il 23 maggio 2013 dalla Corte di appello di Bologna. L’avvocato dello Stato Pisana ha accolto positivamente la decisione della Suprema Corte, che potrà essere utile per evitare o a ridurre il verificarsi di casi di questo tipo.
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23 ottobre 2014