L’orrore diffuso della selezione per sessi continua ad essere un problema in molti stati del subcontinente indiano. Un fenomeno che diventa drammatico in stati come Jammu e Kashmir. E non è solo per rgaioni legate alla povertà: ci sono di mezzo motivi legati a profondi e radicatissimi sedimenti culturali che diverse Ong cercano di sradicare. Così ci introduce al problema Emanuela Stella. Eliminata una ogni otto. Questa è la stima che conta il bilancio della raccapricciante verità. Silenziosa si muove tanto che le donne propense all’aborto sono sempre di più anche spontaneo pur di avere tra le fila della propria gerarchia genetica un erede uomo. Ragioni culturali, atti di maschilismo ed alcune storie che lasciano chi le ascolta sconcertati. ‘Il più grande distruttore di pace nel mondo è l’aborto. Se una madre può uccidere il proprio figlio nella culla del suo grembo, chi potrà fermare me e te dall’ucciderci reciprocamente?’ Lo diceva anche Madre Teresa di Calcutta.
Come in India cosi in Cina. “Camminando per le strade della Cina, nelle pozzanghere delle Campagne, si può’ inciampare in neonate gettate via, assomigliano a piccioni morti, schiacciati dalle macchine. Per i passanti è normale”, Sergio Talano pubblicò tempo fa un libro che trattava argomenti con questa crudezza. Insomma un problema che continua a farsi incessante. Ci sarà mai una fine?
Ribellioni agli stupri, ed ora anche qualche gruppo femminista inizia a muoversi proprio sotto il profilo della Capitale dell’India.
16 ottobre 2014