Jerzy Popieluszko è stato un presbitero polacco, che osò opporsi al regime comunista di allora, la sua sfida terminò nel sangue. La Chiesa cattolica oggi lo venera come Beato.
Jerzy Popieluszko nacque a Okopy il 14 settembre 1947, diventò sacerdote nel 1972, continuando a essere cappellano per il suo villaggio. Presto maturò in lui la voglia di giustizia sociale, si avvicinò dunque al movimento operaio polacco, cominciò a predicare religione e politica ovunque, anche nelle fabbriche.
Sotto il regime comunista di allora, era proibito manifestare opinioni contrarie, Popieluszko sfruttò l’ambiente ecclesiastico per le sue prediche, le masse cominciarono a seguirlo, la sua voce passava anche per Radio Free Europe, accrescendo la sua popolarità anche all’estero.
Il suo anticomunismo, la sua ostilità nei confronti del regime era ormai risonante, i piani alti del Regime non poteva più far finta di niente.
Dopo le minacce che lo invitavano a chiudere la bocca, i pericoli diventarono reali: il 13 ottobre 1984, Jerzy fu coinvolto in un incidente stradale, dal quale ne uscì miracolosamente vivo. Ma ormai la sua ora era segnata, dopo neanche una settimana dall’incidente stradale, Jerzy fu rapito e nascosto nel cofano di un auto, in seguito fu picchiato e massacrato di botte sino a morire, il cadavere fu poi gettato nelle acque della Vistola.
Dopo qualche settimana il cadavere fu ritrovato, e il 3 Novembre furono celebrati i funerali, ai quali accorsero almeno 400.000 persone.
I responsabili dell’omicidio furono capitani Grzegorz Piotrowski, Leszek Pękala, Waldemar Chmielewski ed il colonnello Adam Petruszka. Questi furono tutti condannati a 25 di anni reclusione, ma dopo pochi anni arrivò puntuale un amnistia che regalò la libertà a tutti.
La tomba di Jerzy Popieluszko è ancora oggi meta di pellegrinaggi, anche papa Giovanni Paolo II, nel 1987, pregò sulla sua tomba.
19 ottobre 2014.