Il presidente di Roma Metropolitane, Poalo Omodeo Salé, nel corso della commissione capitolina speciale sulla Metro C, ha portato notizie positive: “Dalla prossima settimana ogni giorno potrebbe essere buono” per l’apertura della tratta Pantano- Centocelle, ma ancora non c’è una data precisa. Inizialmente l”apertura era prevista per lo scorso 11 ottobre, poi è stata rinviata. Salé spiega: “Il decreto della Regione arriverà ad inizio settimana. L’autorizzazione dell’Ustif domani. Mentre il nulla osta sull’agibilità e sulla sicurezza è arrivato ieri“.
In ogni caso la notizia della data ufficiale verrà annunciata dall’assessore Improta. Nel frattempo si preannunciano ritardi per la prossima tratta, che farà arrivare l’infrastruttura fino a San Giovanni. “Dovrebbe essere consegnata all’amministrazione il 31 dicembre 2015. La realtà dei fatti è che ci sono ritardi sui cantieri nell’ordine di qualche mese, che fanno ipotizzare un’apertura entro giugno 2016“, aggiunge il presidente di Roma Metropolitane Salé. E “Per quanto riguarda Lodi la scadenza di agosto non è stata consegnata. Contiamo, comunque, che entro l’inizio del 2015 l’opera sia consegnata in modo che Atac possa partire con un pre-esercizio che sarà più breve di quello per la tratta fino a Centocelle con relativa apertura durante la prima parte del 2015“.
“Esiste ed è in corso un tavolo tecnico aperto, sotto il coordinamento del ministero, che vede impegnati i tecnici, finalizzato ad arrivare ad una definizione rapida del nuovo progetto fino a Ottaviano, utilizzando al meglio tutti i processi autorizzativi messi in campo fino ad oggi. È un passo molto importante che va chiuso entro la fine dell’anno, concordando entro novembre l’ipotesi di base. L’idea è aprire a fine 2023 la tratta Venezia-Ottaviano” ha spiegato. “Per Chiesa Nuova le indagini della Sovrintendenza hanno portato ad una possibile soluzione costruttiva che però prevede rischi maggiori rispetto a Venezia in termini di aumento dei tempi e dei costi e per questo è stata tolta. Per la stazione di San Pietro si scaverà a ridosso dei bastioni di Castel Sant’Angelo. La fermata Risorgimento non è stata inserita perché il bacino di utenza si sovrappone a quello di Ottaviano e San Pietro in quanto vicinissime. Ottaviano è fondamentale perché si chiude la rete e si scarica San Giovanni. Da qui nasce l’ipotesi di fare solo 3 stazioni, Venezia, San Pietro e Ottaviano con 4 pozzi di ventilazione in mezzo di cui un paio a corso Vittorio“. Salé conclude così: “Di alternative a questo schema non se ne vedono. Per Chiesa Nuova le risposte che abbiamo avuto dicono che il suo bacino di utenza è in parte utilizzabile dalla fermata San Pietro attraverso i ponti sul Tevere“.
Salé ha inoltre annunciato una possibile uscita della stazione Venezia in via del Plebiscito. “La stazione Venezia ha raggiunto un livello di rischio inquadrato dopo le indagini approfondite della Sovrintendenza, la stazione è quindi gestibile. Si sta pensando di trovare una nuova uscita in via del Plebisicito e non a Santi Apostoli“. Nel corso della commissione capitolina speciale si è parlato anche di questioni economiche. Per esempio si è parlato della questione dei 90 milioni di euro dell’accordo attuativo firmato da Roma Metropolitante e dal COnsorzio Metro C il 9 settembre 2013, riguardo a ciò il presidente di Roma Metropolitane Salé ha detto: “Le fatture dei 90 milioni legate all’accordo attuativo sono sospese in attesa delle verifiche legate al passaggio autorizzativo. Per questo sono in corso 4 riserve da parte di Metro C Spa per il mancato pagamento“.
Inoltre “Ad oggi da Pantano a Colosseo abbiamo speso circa 1,6 miliardi per quanto fino a oggi realizzato. Il totale da Pantano a Colosseo sarà di 3 miliardi. Infine 1,2 miliardi più Iva è il costo previsto per arrivare fino a Ottaviano” ha spiegato.
Il commento finale del presidente: “Si inizia ad intravedere la luce alla fine del tunnel per la Metro C. E il prolungamento fino a Ottaviano è essenziale, un fondamentale collegamento e snodo per la nuova viabilità. Finalmente abbiamo degli amministratori di Romametropolitane che senza omissioni si confrontano con i consiglieri fornendo elementi di trasparenza su come avanzerà e si concluderà un’opera immensa come la linea C, che sembrava non finire più“.
30 ottobre 2014