“Quanto accaduto in queste ore sul sondaggio anti-Marino dice ai romani una sola cosa: la classe dirigente del movimento democratico romano sembra dissolta e quel 40% di consenso a Roma si deve solo a Renzi“. E’ la triste valutazione che fa il parlamentare Pd Roberto Morassut. “Siamo di fronte a uno scenario che alla lunga non può reggere e che può essere la premessa di futuri e più gravi rovesci per la Capitale. Quanto accade è la conseguenza di un abbandono della politica e di un allontanamento dalla interpretazione dei cambiamenti che in questi ultimi anni hanno investito Roma“.
E Morassut spiega: “Non si può farne carico al sindaco, che pure in alcuni casi io stesso ho criticato su singole scelte, perché una simile situazione riguarda il complesso del movimento democratico romano dove è risibile distinguere tra partito e amministrazione. Eppure c’è un grande spazio di iniziativa e di azione per interpretare e affrontare la nuova questione romana superando gelosie e dispute di potere e la stessa pigrizia di affidarsi alla sola stella nazionale di Matteo Renzi. Ci sarà una Conferenza programmatica del Pd romano e mi auguro che sia utile a patto che non sia una mera rassegna di cose da fare. Il tema di Roma è la sua internazionalizzazione ed il distacco dalla coscienza nazionale. Due facce della stessa medaglia. Occorre lavorare intorno a questo tema che è un tema politico e programmatico al tempo stesso“.
Poi torna ad affrontare il tema della Capitale: “La crisi di Roma è in parte l’ eredità della destra predona di questi anni, che è ormai dispersa e disperata, ma è anche una marginalità dagli influssi virtuosi della globalizzazione che ha portato finora nel tessuto urbano solo gli aspetti negativi. In tutte le grandi città occidentali si opera per ricapitalizzazione, le città utilizzando il patrimonio pubblico per migliorare i servizi e reperire risorse e si apre il mercato della trasformazione urbana e della gestione della città ai capitali esteri. Roma non fa nessuna delle due cose e resta al palo pagando un prezzo doppio. Rimettere al centro politica e programma vuol dire partire da qui, costruire, ad esempio, una squadra imbattibile per utilizzare tutti i fondi per le smart-cities, che ammontano a 4 miliardi in sette anni solo per Roma. Il movimento democratico romano deve ripartire dalla politica. Solo così si possono spazzare via certe risibili contese. Quando si discuterà di questo e non più di ‘turchi’, ‘noi_dem’, ‘turborenziani’, ‘bersaniani’, ‘post dalemiani’ e altre baggianate simili vorrà dire che saremo guariti, che Marino potrà contare su un sostegno serio e che la città potrà sperare di uscire dalle difficoltà“.
In appoggio a Marino il consigliere comunale Pd Athos de Luca: “Il sindaco ha dimostrato fin dal primo momento di avere il coraggio di cambiare le cose a Roma anteponendo l’interesse della città a interessi particolari costituitisi negli anni che hanno sempre condizionato l’azione politica. Il sindaco oltre alla voragine finanziaria lasciata dagli sprechi e clientelismo di Alemanno e ai forti tagli delle risorse si è trovato di fronte problemi irrisolti da anni come i rifiuti, dove ha avuto il coraggio di chiudere Malagrotta, la gestione vergognosa di Metro C, il malgoverno e l’inefficenza delle aziende Atac, Ama e Acea, lo scandaloso fenomeno degli impianti pubblicitari abusivi, l’occupazione abusiva di suolo pubblico solo per fare qualche esempio. Marino ha affrontato tutto ciò con grande coraggio trasparenza e senza farsi condizionare dai poteri forti della città. È evidente che per cambiare si scomodano abitudini, interessi, privilegi, filiere clientelari, profitti di poteri economici e intermediazioni della vecchia politica e si deve mettere nel conto nel primo periodo anche una impopolarità ma successivamente quando si apprezzano i risultati si riavrà il consenso perduto. Chiudere i Fori e il tridente porta subito proteste ma poi ne beneficerà tutta la città. Poichè a Roma ci sono ancora molte cose da cambiare per farne una grande capitale moderna con nuove opportunità per tutti i cittadini onesti e volenterosi, sostengo Marino e lo invito ad andare avanti con coraggio per il bene di Roma“.
25 ottobre 2014