Muammar al-Gheddafi nacque il 7 giungo 1942 in una tenda di beduini, ebbe la fortuna di frequentare la scuola, dove subì l’influenza culturale dell’Egitto e dell’allora presidente Gamal Abdel Nasser, antioccidentale seguace dell’islam.
Dentro Gheddafi cominciò a maturare la convinzione che al suo paese serviva una rivoluzione, iniziò così a reclutare cadetti. Nel 1969 Gheddafi e i suoi rovesciarono il potere, formarono il Consiglio della rivoluzione, prendendo il controllo di stampa e sindacati, qualunque dissidente era giudicabile da tribunali popolari. Gheddafi si autonominò colonnello e ordinò l’espulsione di 30.000 italiani, i primi si erano stanziati lì dai tempi della colonizzazione, si erano fatti una vita lavorando in Libia.
Il vento della fortuna soffiò forte a favore di Gheddafi, infatti, la Libia era piena di petrolio, e le grosse compagnie occidentali si apprestarono a imbottire di denaro il nuovo colonnello.
I soldi del petrolio avrebbero reso il lavoro governativo facile per chiunque, infatti, fu garantita una certa prosperità per il paese, e il popolo libico vide aumentare il proprio benessere.
All’inizio degli anni ’70 la politica di Gheddafi si basò sul Corano, le leggi furono sostituite con la Sharìa islamica e la cattedrale di Tripoli fu convertita in moschea. Nel frattempo il leader libico teorizzò una nuova via ideologica, un punto d’incontro tra socialismo, capitalismo e Islam, teorie contenute nel suo Libro Verde. Si definì Guida e Comandante della Rivoluzione della Grande Jamahiriya Araba-Libica-Popolare-Socialista.
L’estremismo islamico però voleva più potere, così sul finire degli anni ’70 Gheddafi fu costretto a reprimere nel sangue il pericolo contro la sua leadership, fece dunque un passo indietro, distruggendo tutte le moschee del paese.
Durante gli anni ’80 diventò il maggior finanziatore del terrorismo mondiale, investì i soldi dei petrolieri occidentali acquistando armi dal blocco sovietico e armando varie cellule terroristiche, per esempio sostenne l’ETA basca, l’IRA irlandese e aiutò Palestina a bombardare Israele. Portava avanti progetti nucleari, come il possesso della bomba atomica, nel frattempo occupò il Ciad, ma sul finire degli anni ’80 si scontrò con gli USA, prima a causa di un attentato berlinese in cui restarono uccisi alcuni funzionari americani, e poi a distanza di un paio d’anni esplose un aereo civile sui cieli di Lockerbie. Il bilancio delle vittime fu spaventoso: 259 passeggeri morti, più 11 abitanti di Lockerbie, lo strappo diplomatico tra la Libia e vari paesi occidentali, fu risanato parzialmente dopo più di dieci anni, quando il leader libico consegnò gli autori dell’attentato alla giustizia internazionale.
La ricostruzione dei rapporti diplomatici esteri, proseguirono all’inizio del nuovo millennio, di conseguenza Gheddafi si allontanò dall’integralismo islamico. Anche l’Italia dimenticò lo scempio dei 30.000 italiani espulsi trent’anni prima, si ricucirono i rapporti guardando la prospettiva di nuovi affari economici.
Nel 2011 Gheddafi si trovò di fronte ad una nuova rivolta interna, questa volta però fu assassinato, era il 20 Ottobre: prima fu catturato da alcuni membri del CNT, gli spararono alle gambe per immobilizzarlo, poi fu pestato a sangue ed infine morì con un colpo alla testa. Il suo cadavere fu anche esposto per le strade.
Dopo la morte di Gheddafi, la Libia è ancora oggi in preda al caos, dove varie fazioni interne si susseguono per il controllo del territorio, in questo contesto cristiani e altre minoranze religiose sono costantemente perseguitate, trovandosi a rispondere davanti alla legge islamica della Sharìa.
A Gheddafi è da attribuire la realizzazione di una grande opera, il GMR, cioè il Grande fiume artificiale, si tratta di un acquedotto che preleva l’acqua fossile presente nel Sahara, portandola in alcune città costiere, come per esempio Bengasi e Tripoli.
20 ottobre 2014.