“Caro Riccardo, siamo sinceramente dispiaciuti dalle tue recenti dichiarazioni e, allo stesso tempo, siamo preoccupati dalla prospettiva di una tua possibile uscita dalla Fondazione Museo della Shoah“. Comincia così la lettera indirizzata a Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, scritta dal sindaco di Roma Capitale, Ignazio Marino e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
“Da anni – prosegue la lettera – percorriamo una strada di impegno comune per combattere ogni forma di antisemitismo, per restituire alle vittime della Shoah, romane e non solo, il giusto tributo, per onorare i sopravvissuti facendoli sentire, finalmente, i primi cittadini di una città e un Paese che non vuole dimenticare. Soprattutto ci siamo battuti per diffondere tra le giovani generazioni la conoscenza e il ricordo di ciò che è stato, affinché mai più possa ripetersi. I nostri viaggi della memoria, gli incontri pubblici e le assemblee nelle scuole sono piccoli grandi tasselli di quel mosaico che vogliamo costruire insieme e che si chiama ‘memoria’. In questo nostro impegno comune rientra il progetto per il Museo della Shoah che, come sai, abbiamo sempre sostenuto anche nelle nostre precedenti funzioni e vesti istituzionali. È un impegno che abbiamo assunto con la città, con il suo territorio più ampio, metropolitano e regionale che tanto ha sofferto negli anni dell’occupazione nazista durante le deportazioni nei campi di sterminio; un impegno che abbiamo preso con la Comunità ebraica e, ci permettiamo di dire, con noi stessi e con le nostre coscienze civili. È un progetto in cui crediamo e che, anche in questi anni segnati da duri tagli ai bilanci pubblici, abbiamo sempre, compatibilmente con le esigenze generali, difeso e portato avanti. Perché noi, come abbiamo ribadito nell’ultima riunione del Cda della Fondazione, crediamo davvero nella sua realizzazione finale, malgrado tante difficoltà, soprattutto finanziarie che conosci bene“.
“Per questo abbiamo lavorato per reperire una sede provvisoria della Fondazione (la Casina dei Vallati) subito a disposizione per avviare la didattica, l’utilizzo della biblioteca e della videoteca che con grande passione è stata creata. I problemi ci sono, non possiamo negarlo, ma siamo nelle condizioni di pensare serenamente al futuro. Per farlo abbiamo bisogno anche del tuo sostegno e della tua passione umana e civile. Un contributo che del resto rappresenta quello dell’insieme della Comunità ebraica romana. Abbiamo bisogno in sintesi di rinnovare quel patto di fratellanza, amicizia e solidarietà che lega tutti noi. È questo del resto, lo spirito con cui tutti insieme abbiamo immaginato la costruzione del Museo. Si avvicina il 70mo della liberazione di Auschwitz e della fine della seconda guerra mondiale; un’occasione per puntare a un salto di qualità nella realizzazione del progetto del museo. Certi di una tua riflessione non formale che ti porti a continuare nel tuo impegno nella Fondazione, siamo pronti a proseguire insieme in questo complesso ma doveroso impegno“.
15 ottobre 2014
