Corcolle, è successo di nuovo sullo 042, a Ponte Mammolo sul 508, e la scorsa settimana sul 20 a Tor Bella Monaca in via dell’Archeologia. Imprecazioni, e talvolta qualche schiaffo. Questo quanto è costretto a sopportare ogni giorno un ordinario autista Atac. Lavorare di notte è diventato un mestiere tremendamente rischioso, specialmente per chi provasse a tener conto delle dichiarazioni rilasciate dalla Roma Tpl Scarl, specialmente per quanto riguarda le linee notturne. “Siamo in trincea, abbandonati a noi stessi e nessuno interviene”, confida un autista dell’Azienda al Fatto Quotidiano. “Siamo i parafulmini dell’Atac”.
Accuse che toccano i piani dirigenziali, qualcuno sostiene. Lo stereotipo d’autista dipinto come il burbero sempre troppo attento e troppo irascibile non è altro che conseguenza di quello che affrontano ogni giorno per le strade di Roma. “A loro conviene far passare questo tipo di messaggio, concentrare l’opinione pubblica su di noi, altrimenti dovrebbero spiegare come stanno amministrando Atac e come vengono sperperati i soldi dello Stato, della Regione, del Comune e dei contribuenti romani”. Il loro stipendio mensile ammonta a una quota di circa 1300 euro mensili. Questo il compenso per rischiare la vita in periferia: “Siamo soli, non c’è niente da fare, sotto scacco dei folli e della microcriminalità. Le cabine blindate non ce le vogliono dare, anche se sono anni che ce le promettono, gli agenti delle Forze dell’Ordine neanche, ma cosa dobbiamo fare? Qualcuno ci risponda, perché la situazione si sta facendo veramente pericolosa. Ogni giorno, e ve lo possiamo garantire, succede qualcosa”.
16 ottobre 2014