“Il sindaco Marino ha firmato trascrizioni per nozze gay. Ribadisco per l’attuale legge italiana ciò non è possibile“. A dirlo il ministro dell’Interno Angelino Alfano in un post su Facebook commentando la trascrizione dei matrimoni gay fatta oggi in Campidoglio dal sindaco Ignazio Marino. “La firma di Marino non può sostituire la legge: ha fatto il proprio autografo a queste rispettabilissime coppie“.
A rispondergli subito è Ignazio Marino: “C’è un fossato invalicabile tra la società civile e alcuni politici che vivono ancora nel passato. Poi il tempo passa e i politici cambiano, mentre la società civile va avanti. A chi pensa che il matrimonio tra coppie omosessuali non sia un fatto naturale suggerirei di studiare e di leggere le affermazioni scritte dall’Oms“.
Sulla stessa linea di Ncd Forza Italia con Luca Gramazio, capogruppo alla Regione Lazio: “La trascrizione delle unioni civili che ha deciso di compiere Ignazio Marino è un atto provocatorio, uno schiaffo in faccia alle leggi italiane. Marino, che ha giurato sulla costituzione, sta dimostrando una arroganza incredibile su un tema che invece merita di essere trattato nelle sedi istituzionali competenti. Non saranno certo le fughe in avanti del sindaco di Roma a dare un contributo sostanziale a questo argomento, anzi, crea un precedete pericoloso. In questo modo passa il messaggio per il quale qualcuno, forte del suo ruolo, può tentare di porsi sopra le regole. E questo è inaccettabile. Pieno sostegno al prefetto Pecoraro, invece, che da uomo dello Stato difende quelle regole che oggi Marino vorrebbe calpestare“.
Ad appoggiarlo il vice coordinatore regionale del Lazio di Forza Italia, Giordano Tredicine: “Nonostante ieri il Prefetto abbia personalmente invitato Il Sindaco a non procedere alla trascrizione di questi matrimoni illegittimi, Marino, a causa della solita fame di visibilità,ha scelto di sfidare lo Stato dimostrando di non avere alcun rispetto per le istituzioni e dando così un pessimo esempio non solo ai romani di cui è sindaco ma a tutta l’Italia di cui Roma è capitale. Ecco come la legalità sbandierata in campagna elettorale è tornata di moda a Roma. Non solo. Dal momento che queste trascrizioni dureranno meno di 24 ore perché, come annunciato, saranno immediatamente annullate dal Prefetto, ritengo che Marino oggi non abbia offeso solo Roma ed il tricolore che indossa, ma anche coloro di cui vorrebbe difendere i diritti“.
Contrario anche Fabio Sabbatani Schiuma, già vicepresidente del consiglio comunale di Roma e segretario nazionale del movimento Riva Destra: “Anche il sindaco Marino con la pagliacciata odierna continua a fare una becera strumentalizzazione sulla vicenda dei matrimoni gay: per difendere alcuni sacrosanti, e ribadisco sacrosanti, diritti civili, come la reversibilità della pensione, l’assistenza sanitaria e altro, tra conviventi, etero o omo che possano essere, non c’è bisogno di equiparare questa scelta a un matrimonio, che deve restare quello costituzionalmente sancito. Questa strada viene percorsa solo per arrivare all’adozione di bambini da parte di coppie gay e su questo noi non ci troveremo mai d’accordo, non per motivi religiosi, ma per valori naturali: si ai diritti civili tra conviventi, no alla speculazione politica-elettoralistica“.
A muoversi anche il Vaticano con l’editoriale di Angelo Zema, responsabile di Roma Sette – il settimanale della diocesi di Roma (in edicola domani con Avvenire): “La vita della città chiama ad altre urgenze reali. C’è un bene collettivo da promuovere a ogni costo, specialmente in questo tempo di crisi morale ed economica. Una provocazione come quella del sindaco Marino resta un mero vessillo dell’ideologia sul Campidoglio. Una ferita alla città e alla legge, che non serve a niente e a nessuno“.
A sostenere invece il sindaco Marino invece il Gay Center con Fabrizio Marrazzo: “Questa di oggi per Roma e per la politica italiana è una giornata storica. La sala di oggi in Campidoglio è la migliore risposta a chi vede nei gay, nelle coppie, nei loro figli e nelle loro famiglie un pericolo per la società e per la famiglia. Quella destra che protesta usando vecchi slogan non rappresenta più nessuno. Noi confermiamo la nostra azione di sostegno legale contro l’eventuale annullamento da parte del prefetto. Chi come Alfano vuole cancellare l’amore, oggi riceve una sonora sconfitta. Alfano in questa giornata viene dimesso dai gay e dalla grande bellezza delle famiglie gay“.
18 ottobre 2014
