“Ritirate i licenziamenti e aprire tavolo di confronto con i sindacati“. A dirlo è il segretario della Cgil di Roma e Lazio Claudio Di Berardino all’assemblea unitaria dei sindacati davanti al Teatro dell’Opera contro il licenziamento di orchestra e coro. “Il sovrintendente Fuortes è responsabile e se Marino lo copre lo è anche lui. Il sindaco pensa di farsi bello con Renzi? Muti l’hanno fatto andare via loro dall’Opera, non i lavoratori. Ha capito che non c’erano garanzie su sponsor e risorse“. Diverse decine di persone presenti al sit-in di Cgil, Cisl e Uil contro i 180 licenziamenti decisi dal Cda dell’Opera il 2 ottobre scorso.
“L’immagine del Teatro dell’Opera di Roma è stata macellata sui giornali per colpa della politica. Marino e Fuortes hanno usato metodi degni di una dittatura cilena – dice invece il segretario nazionale della Fials-Cisal Lorella Pieralli, presente al sit-in – Ma saremo qui il giorno in cui emergeranno le responsabilità. Ci sentiamo perseguitati in quanto musicisti. È preoccupante che Marino e Fuortes dicano che scioperare dà luogo a un licenziamento. Neanche la Merkel la pensa cosi. Rimandiamo al mittente questo stupro della cultura romana“.
“Il sindaco di Roma, che ormai occupa le stanze del ministero dei Trasporti, può occupare anche le stanze dove deve verificare la responsabilità di chi in questi anni ha portato il Teatro dell’Opera di Roma in questa situazione, a partire da De Martino, Vespa, Alemanno e l’attuale cda“, dice Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil Lazio. “Lo sfascio del Teatro dell’Opera ha origini chiare: Alemanno, Vespa, Marino. Si è preferito fare un’azione di forza da superman, dimostrando contro i lavoratori una forza bruta e cieca solo per perseguire i licenziamenti. Qui in piazza dovrebbero esserci loro a dirci come siamo arrivati a questa condizione. La stessa determinazione, i nostri supermen del quartierino, la utilizzassero per diminuire i trattamenti economici degli ex consiglieri regionali e dei deputati“.
10 ottobre 2014