Ecco la sintesi della giornata politica di oggi: continuano i scambi di battute all’interno del Pd, questa volta volano accuse gravi contro Susanna Camusso; Grillo attacca di nuovo Napolitano, accusandolo di aver taciuto ieri durante la deposizione; intanto sta per passare un ddl sulla diffamazione, tramuterebbe il carcere in multe più salate.
Lite Pd – Susanna Camusso non continua a vedere di buon occhio Matteo Renzi, evocando “poteri forti” per la sua designazione. Nell’altro Pd, volando accuse gravi contro Susanna Camusso, da parte dell’eurodeputata Picierno che, ospite alla trasmissione Agorà di Rai Tre, ha attaccato così: “Potrei ricordare che la Camusso è stata eletta con tessere false p che la piazza di Sabato è stata riempita con pullman pagati, ma non lo farò”. In un qualche modo ha almeno accennato a farlo, sono accuse importanti, che se fossero arrivate da uno schieramento opposto potevano essere tradotte in offese, ma arrivando dall’interno ci lasciano un po’ perplessi.
A evitare il peggio, è arrivato il valzer delle scuse e dei fraintendimenti, il vicepresidente del Pd Guerini ha tentato di calmare subito le acque: “Sono sicuro che Pina Picierno non voleva offendere nessuno, può capitare nel corso di dibattiti, di dire parole eccessive”, Guerini ha continuato a giustificare le accuse ritornando sulle parole della Camusso, ribadendo che questo Governo è nato per volontà del Pd e non dai poteri forti, ha poi aggiunti di avere un grande rispetto nei confronti di Cgil.
La risposta della Cgil non si è fatta attendere, si sono detti “indignati” per le parole dell’On. Picierno, confermando che il tesseramento è certificato. Anche il sindacato ha seguito la linea di Guerini, smorzando una polemica che poteva soltanto provocare danni interni, infatti, hanno definito “false” le parole dell’eurodeputata, “figlie di una fase di nervosismo e tensione”.
Grillo contro Napolitano – Il giorno seguente alla deposizione di Napolitano per il processo Stato-Mafia, Grillo commenta irato le risposte del presidente, nel suo blog ha commentato: “Un presidente della Repubblica che fa distruggere i nastri delle conversazioni con un indagato in un processo di mafia, Nicola Mancino, e poi si rifiuta di rispondere pubblicamente ai giudici non si è mai visto. Cosa teme Giorgio Napolitano? Più di così non potrebbe essere squalificato agli occhi dell’opinione pubblica. La sua reazione è già di per sé un’ammissione di colpevolezza”.
Reato di diffamazione – Saranno contenti gli amici giornalisti, blogger, scrittori e quant’altro, di sapere che sta’ per essere modificato il ddl sul reato di diffamazione. L’Italia è uno degli ultimi paesi in Europa, e non solo, per la libertà di stampa, il nuovo ddl prevede che non si andrà più in carcere per diffamazione, in compenso le multe saranno più salate, sino a 10.000 euro per semplice diffamazione, sino a 50.000 per evidente falsità. È giusto che la notizia sia prettamente vera, ma sono stati in molti, nel corso della loro carriera, ad essere stati accusati di diffamazione per aver espresso delle idee, toccando argomenti spigolosi. La giustizia nei confronti del giornalismo, è stata a volte confusa come punizione, scoraggiando chi vuol far notizia vera, ma per certi versi scomoda.
Il ddl è stato votato con 170 voti a favore, da parte della maggioranza, Lega e M5S, contrari Sel, astenuti Forza Italia. Il testo deve ora tornare alla Camera per l’approvazione finale.
29 ottobre 2014.