“Purtroppo come era prevedibile la Corte di Giustizia europea ha condannato l’Italia per la violazione delle norme sullo stoccaggio dei rifiuti in sette discariche del Lazio. Ma l’aspetto più grave è che la sentenza di condanna stabilisce la totale inadeguatezza della Regione Lazio e di Roma Capitale in materia di trattamento dei rifiuti, non solo per il passato ma soprattutto per la gestione attuale“. A dirlo il coordinatore regionale NCD per il Lazio Roberta Angelilli ed ex Vicepresidente del Parlamento europeo.
“Infatti – continua – la stessa Commissione europea stigmatizza gli accordi per portare i rifiuti fuori regione, ritenendo tale misura come la prova inequivocabile della non autosufficienza e della inidoneità del sistema del trattamento dei rifiuti nel Lazio. Da questo punto di vista le responsabilità di Marino sono sotto gli occhi di tutti: gli accumuli sistematici di rifiuti nelle strade sono dovuti alla lentezza esasperata della messa a punto del piano di raccolta differenziata in città che non arriva neanche al 40%, un piano del tutto approssimativo con tempi e modalità assolutamente inaccettabili che hanno condannato la Capitale ad uno stato di emergenza continua. Dopo la condanna della Corte di Giustizia Marino si assuma le sue responsabilità: oltre ai disagi quotidiani i cittadini non possono pagare anche le multe dell’Europa, circa 60milioni di euro e circa 160mila euro al giorno per ogni giorno di ritardo nell’adempimento della sentenza“.
“A fare le spese di questa mancanza di programmazione sono anche i cittadini che vivono nella zona del TMB di Via Salaria – dichiarano inoltre Cristiano Bonelli capogruppo NCD in III Municipio e il consigliere Jessica De Napoli – l’impianto è infatti costretto a lavorare a pieno regime per supplire alle carenze del sistema con inevitabile impatto sulle condizioni di vita dei cittadini e dei lavoratori dell’area interessata“.
15 ottobre 2014