Scoperto laboratorio di cocaina a Guidonia Montecelio, zona Marco Simone. La scoperta, ad opera, dei Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, aveva dato il via all’indagine in seguito al fermo di un corriere brasiliano a cui erano stati sequestrati 17 chili di cocaina in formato liquido dopo un fermo all’aeroporto. Da questo arresto, infatti, si è potuto risalire all’opificio incriminato, in cui veniva raffinata e preparata la cocaina per poi essere spacciata.
Droga da San Paolo – Tutto è iniziato all’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino, in seguito ad una perquisizione ai danni di una cittadina brasiliana, il quale aveva occultato la droga nel doppiofondo del suo bagaglio. La droga in forma liquida, nello specifico, era stata nascosta imbevendo tre giubbotti e cinque borse, che poi sarebbe stata recuperata all’interno del laboratorio in questione attraverso un particolare processo chimico.
Destinatario della droga – Individuato il destinatario, i Finanzieri si sono recati presso l’abitazione dell’uomo, un cittadino italiano, facendo irruzione nella sua abitazione e impedendone di fatto la fuga. Nell’appartamento alla periferia di Roma, sono stati rinvenuti una pistola con matricola limata, munizioni, cellulari e Sim card e due cosiddetti taser. Arrestato, l’uomo si trova ora richiuso nel carcere di Civitavecchia insieme alla complice.
I destinatari – Fermata la donna, gli investigatori diretti dal maggiore Salvatore Rapuano, attraverso approfondite indagini, sono riusciti a risalire all’opificio, nel quale la droga veniva recuperata e raffinata.
L’opificio – Il lavoro in sede aeroportuale, ha permesso quindi ai militari del Gruppo Fiumicino di individuare l’opificio destinato ufficialmente alla lavorazione dei metalli. in realtà raffineria ben più redditizia legata al traffico di stupefacenti. L’irruzione nel locale ha confermato i sospetti su quanto accadesse all’interno del finto opificio. In sede sono stati rinvenuti quindi 3,270 chili di cocaina, 510 grammi di sostanza da taglio – mannite – e gli strumenti necessari al recupero, taglio, confezionamento, e in primis trasformazione della sostanza illecita. Sequestrati anche strumenti di precisione, una pressa, fornelletti, solventi e diluenti.
La banda – I quattro trafficanti – L’attività criminale era gestita da due venezuelani, un dominicano naturalizzato olandese, il chimico, ed una ecuadoriana. Tutti sono stati tratti in arresto per poi essere associati ai carceri di Rebibbia femminile e Regina Coeli.
24 ottobre 2014