E’ stato proposto un sopralluogo del VII Municipio per visionare le condizioni critiche del campo rom confinato tra il Gra e l’aeroporto di Ciampino: a chiedere più volte la supervisione di tale accampamento sono stati i consiglieri Monica Lozzi (capogruppo M5S) e Davide Tutino (lista civica Marino) ed è stata sollecitata anche dalla presidente della Commissione, Valeria Vitrotti, a seguito di segnalazioni di residenti dei quartieri confinanti, che hanno lamentato degrado e insicurezza nel quadrante. L’atto verrà redatto in Campidoglio ed il parlamentino di Cinecittà richiederà un intervento sul fronte igenico – sanitario, data la presenza di una vera e propria discarica.
Una tematica importante, quella sollevata dai parlamentari. Tuttavia un futuro per il campo rom esiste già, almeno in forma cartacea: : si parla di un nuovo villaggio nell’area adiacente a quella attuale da realizzarsi con investimenti privati. La domanda sorge spontanea: il tour del Municipio non ha niente a che vedere con questo nuovo piano? La parola spetta a Lozzi, che dichiara: “Non siamo mai stati interpellati dal Comune in merito a questo progetto non ci è mai stata inviata alcuna documentazione, non ne sappiamo niente se non quello che leggiamo sui giornali. Io lo conosco per vie traverse e infatti ne ho parlato in commissione già mesi fa, ho chiesto che ci venisse data una risposta a livello comunale, ma non è mai arrivata”.
Il progetto di cui stiamo parlando riguarda l’esigenza di Leroy Marlin di voler chiudere la sede di viale Kennedy e aprirne un’altra nell’area di 30 ettari al confine con il Grande Raccordo Anulare. Tuttavia il campo rom della Barbuta si trova proprio lì, così l’idea dell’azienda, presentata al Comune nel maggio 2013, è quella di costruire un altro campo esattamente accanto a quello già esistente, luogo dove sorgerà un altro edificio adibito a megastore. L’azienda francese investirà 11,5 milioni di euro per la bonifica dell’attuale villaggio e per la costruzione di quello adiacente, facendo risparmiare soldi al Comune di Roma. Oltre all’esborso monetario previsto per dare in carico alla Comunità di Capodarco di Roma e alla cooperativa Ermes la gestione dello spazio.
Sono stati resi noti i dettagli del progetto dall’Associazione 21 Luglio, che lo ha bocciato come la scelta infelice dell’amministrazione Marino sul tema rom. Dai soggetti istituzionali invece solo silenzio, ma senza smentite né marce indietro. Il progetto esiste, è ben riassunto anche sul sito della cooperativa Capodarco, e tra i soggetti indicati come “presenti al tavolo istituzionale” c’è il Dipartimento Politiche Sociali e il VII Municipio.
Chi non è d’accordo con quest’iniziativa sono i membri del campo rom. Venetu, lo storico abitante dell’accampamento, commenta: “Noi un nuovo campo non lo vogliamo. Io ho parlato con tante persone qui, sono tutti d’accordo. Sono soldi completamente sprecati. Cosa si danno a fare 10 milioni alle cooperative? E poi farlo proprio accanto a questo, nello stesso identico posto, vuol dire che i problemi non li risolvi“. L’area predestinata al nuovo progetto comunale è lontana dai mezzi pubblici, come sottolinea Venetu: “Io proporrei di parlare con le singole famiglie e di trovare soluzioni adatte a ognuno, perché con gli stessi soldi non ci vengono proposte delle case vere, anche da rimettere a posto, da risistemare, ma che siano case, per poter vivere in una normalità, così mio figlio non dovrà più dire a scuola che abita in un campo. Noi dal campo vogliamo uscire, e chi dice il contrario dice una cosa falsa“.
Saranno ascoltate le richieste dell’abitante rom? “Fronteggiare l’emergenza nomadi in maniera costruttiva e organizzata – si legge sul progetto – nell’ottica di scongiurare ogni rischio igienico-sanitario“, queste le vere intenzioni del Comune romano.
8 ottobre 2014