Il tema degli stadi di proprietà è sicuramente attuale, soprattutto a Roma dato che il progetto dei giallorossi va avanti e quello della Lazio, di cui Lotito ha cominciato a parlare molti anni fa, al momento risulta fermo a una semplice idea. Poche settimane fa è trapelata la notizia di una nuova possibile area individuata dalla Lazio per la costruzione dello Stadio delle Aquile, ma l’Associazione per la salvaguardia e la conservazione del territorio ‘Italia Nostra’ ha evidenziato delle problematiche per lo sviluppo del nuovo progetto: “Tutta la valle del Tevere, intesa come piana alluvionale, da ponte Milvio fino ai confini regionali, è totalmente vincolata dalla Regione fin dal 1985, con vincolo paesaggistico. Una tutela assolutamente necessaria, anzi, semmai da rafforzare. Sembra incredibile che si possano ancora proporre operazioni, come quella di realizzare lo stadio della Lazio in quell’area, dopo lo scandalo dei mondiali di nuoto, con la incongrua realizzazione di 100 mila metri cubi di edificazione all’interno del Salaria Sport Village, in area alluvionale, e mentre ogni giorno nel nostro Paese si denuncia lo scandalo dell’emergenza idro-geologica, con il continuo susseguirsi di catastrofi, vittime e danni di ogni genere. Se è vero che l’agro romano, dopo decenni di dissennata cementificazione, dovrebbe oggi essere considerato come un’area intoccabile, a maggior ragione questo vale per la piana alluvionale del Tevere, specie nelle vicinanze di Roma. Questo perché ciò che rende unico e irripetibile il paesaggio di Roma è proprio la particolare contrapposizione tra i vivaci affacci di verdi colline e rupi sul corso del Tevere e la placida, piatta pianura sottostante, attraversata dalle innumerevoli, serpeggianti anse del fiume. La piana alluvionale, quindi, la cui bellezza è particolarmente posta in risalto lì dove le coltivazioni agricole non sono state violate dalle dilaganti urbanizzazioni, spesso realizzate con grave irresponsabilità e, in non pochi casi, abusive”.
Gli impedimenti per la costruzione dello stadio della Lazio in quel sito sarebbero anche di natura idro-geologica: “Al vincolo paesaggistico si affianca poi il secondo vincolo, ancora più importante, quello idro-geologico, di cui è responsabile l’Autorità di bacino del Tevere, secondo la quale a nord della diga di Castel Giubileo, dove terminano gli argini del fiume inerenti l’area urbana della capitale, la piana alluvionale è considerata la cassa d’espansione delle piene fluviali, necessaria per salvare il centro storico di Roma da piene del Tevere di straordinaria portata. E che per questo deve dunque essere tutelata con rigore assoluto”.
9 ottobre 2014