Roma, 2 ottobre 2014 – Sorgono nuove polemiche nei confronti di Trenitalia. Questa volta a causarle è la notizia data da alcuni studenti che viaggiavano sulla tratta Santo Stefano-Parma. Le macchinette automatiche che emettono i biglietti non funzionavano e i giovano si sono rivolti al conducente, come da consuetudine, per informarlo. Il controllore eroga loro la consueta multa di 10 euro, ma i ragazzi si sono rifiutati di pagarla, visto che sembra assurdo pagare per il disservizio di Trenitalia. Così il controllore ha erogato agli studenti un’altra multa, questa volta di 15,12 euro. Apparentemente la storia sembra concludersi quando i genitori, anche se controvoglia, pagano. Invece di multa ne arriva un’altra, aumentata al limite del ridicolo a 261,20 euro. La causale è di irregolarità del titolo di viaggio. Così gli studenti scrivono a Trenitalia allegando la multa pagata. La risposta? Trenitalia si scusa e dice che la pratica si potrà chiudere con 100 euro.
Ma 100 euro per quale motivo? Le polemiche crescono, ormai si tratta di una questione di principio. Studenti e genitori scrivono dunque alla direzione regionale Trenitalia di Genova, da cui proviene il problema. Ma la replica del funzionario, che arriva prontamente, è addirittura caratterizzata da un tono vagamente canzonatorio: esistono altri modi per fare il biglietto, per esempio su Internet o in un’altra stazione ferroviaria. “O anche, si permetterà l’ironia, scendendo dal treno in corsa, salvo poi risalirvi con titolo di viaggio valido e obliterato”. E aggiungeva anche che gli studenti avrebbero dovuto avvisare il capotreno di servizio del disservizio delle macchinette.
Come se adesso i viaggiatori dovessero lavorare per il bene comune di Trenitalia. Dunque la multa dei 100 euro rimane spiegata con queste parole. La domanda che sorge spontanea, però, è in che modo i viaggiatori possono tutelarsi. Speriamo che si trovi una soluzione al più presto.