“Quello che la famiglia Cucchi sta cercando è la loro verità, non quella delle carte. Si deve indagare su altri orari e altre situazioni. Ma non tocca a me suggerirle“. A parlare a La Repubblica l’agente della polizia penitenziaria Antonio Domenici, assolto in primo e secondo grado per la morte di Stefano Cucchi.
“Le vittime siano anche noi. Messi sul banco degli imputati senza motivo“. Un’assoluzione che però è stata “un calvario. Nessuno può capire cosa vuole dire sapere di non avere fatto nulla ed essere etichettato come un aguzzino, un nazista“. Poi parla delle condizioni di Stefano: “Era eufemisticamente malmesso. Io l’ho visto poco. Quella mattina ho fatto solo ciò che mi competeva: aprire e chiudere le camere di sicurezza di piazzale Clodio. Lui è stato portato da noi e in aula dai carabinieri“.
7 novembre 2014
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7 Novembre 2014 @ 19:45
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