“La possibilità di riaprire le indagini sulla morte di Stefano Cucchi, come dichiarato in caso di nuovi elementi, dal Procuratore Generale Pignatone? È una buona notizia, ma chi dovrà trovare nuovi elementi, forse noi? Se si aprisse un’inchiesta bis, noi siamo a disposizione se potrà fare più chiarezza, forse il Procuratore ne sa più di me, ma non capisco quali meccanismi pensi di attivare“. A dirlo è l’avvocato Fabio Anselmo, legale della Famiglia Cucchi, ai microfoni di Radio Popolare Roma.
“Da parte mia però ricordo che c’è già un processo in corso, con un terzo grado ancora da effettuare e che fra due anni e mezzo scatterà la prescrizione per tutti gli attuali capi di imputazione. A meno che non ci si decida, finalmente, a cambiare il capo di imputazione e cioè a contestare l’omicidio preterintenzionale, a considerare la morte come conseguente alle lesioni. Tanto più che risulta ancora imbarazzante parlare di lesioni dolose lievi in presenza delle fotografie, quelle che sta mostrando Ilaria Cucchi, le stesse che ho portato al processo, che documentano un diversa realtà“.
E polemizza giustamente per come si è svolta la vicenda: “Tutto in questo processo non ha funzionato fin dall’inizio e la vicenda delle perizie è grottesca. Il Procuratore Generale ci è stato vicino, è stato al nostro fianco con un atteggiamento di leale collaborazione e non certo di ostilità, come è stato per il primo grado“. E anche lui mostra la voglia di continuare, come vole la famiglia Cucchi: “Ovvio che l’azione penale prosegue su impulso del Pubblico Ufficio, noi possiamo intervenire solo per le questioni civili. Voglio anche ringraziare di cuore tutti i cittadini che in tutta Italia stanno mostrando vicinanza e solidarietà alla famiglia Cucchi, la sorella Ilaria, mamma Rita e papà Giovanni. La vicenda e il processo per la morte di Stefano sono divenuti simbolo di ordinaria ingiustizia“.
3 novembre 2014