“Nella lettera scritta a Repubblica il premier Matteo Renzi parte da un giusto presupposto, la libertà dei singoli. Ma subito si contraddice sostenendo l’abolizione dell’articolo 18. Arriva addirittura a sostenere che la libertà di licenziare crei occupazione. Come se la sterilizzazione dell’articolo 18 operata dal governo Monti avesse creato milioni di posti di lavoro. Ma soprattutto come se la possibilità di scambiare un diritto con una manciata di soldi potesse aumentare i diritti di chi è precario. Che questa possa essere l’ impostazione di una parte delle imprese è comprensibile. Ma deve essere quella di un partito che si richiama ai valori della sinistra?“. Questa la riflessione rilasciata al giornale diretto da Ezio Mauro dal leader Cgil, Susanna Camusso.
Idea sbagliata – “All’interno del Jobs Act c’è un’idea a mio parere sbagliata che delega alle imprese, sciolte da ogni vincolo, lo sviluppo del Paese come se la politica dovesse essere spettatrice e non protagonista. Uno scambio del tipo: io governo ti libero dalle leggi che tutelano i diritti minimi dei lavoratori e tu ti occupi di produrre, fare profitti e, se riesci, a dare lavoro“, prosegue, parlando inoltre di “liberismo all’italiana, finanziato dallo Stato: il governo toglie tasse alle imprese e tutele ai dipendenti“.
23 novembre 2014