L’Italia è il Paese con il maggior tasso di corruzione in Unione Europa, con ben 64 miliardi di euro all’anno investiti in questo “speciale campo”, che solo nelle grandi opere riguarda tra il 25% e il 50% del valore totale dell’appalto. E’ uno dei dati sconvolgenti presentato durante il convegno “Opere pubbliche e corruzione. Riorganizzare la governance degli appalti. Il ruolo degli ingegneri”, organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“Sono tante le procedure per “inquinare” le gare – si legge nel rapporto – Si passa dai motivi di urgenza, che eliminano la possibilità delle gare stesse, ai conflitti d’interesse, dall’abuso delle procedure negoziate ai capitolati scritti “ad hoc” per favorire determinati soggetti, e molto altro. L’ambito più a rischio è quello delle infrastrutture, poiché sono in pochi a poter garantire l’attuazione di determinate prestazioni“. Per Gianpiero Paolo Cirillo, Presidente di Sezione di Consiglio di Stato, la corruzione non è solo un reato, ma anche un fenomeno sociale trasversale che mina il libero mercato, le istituzioni democratiche e la libertà di impresa.
Prevenzione è quanto chiede invece Cosimo Maria Ferri, Sottosegretario alla Giustizia, possibile con la semplificazione delle regole, “che oggi sembrano una corsa ad ostacoli“, e con l’introduzione di “parametri di premialità per chi fa bene“.
“Spendendo l’Italia circa il 15% del suo PIL in opere pubbliche, appare evidente, che una normativa efficiente ed efficace in materia anti corruzione ha un valore sia polito sia etico, soprattutto considerando il particolare momento storico in cui si vive“, si ricorda nel rapporto. “L’adozione nel nostro ordinamento della normativa anticorruzione – dice Arcibaldo Miller, Sostituto Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Roma – è stata imposta dal dilagare della situazione e dalla necessità di aderire ai pressanti inviti provenienti dalla comunità internazionale fortemente critica sull’efficienza del sistema italiano di prevenzione e repressione della corruzione, per la quale le misure adottate ancora non sono sufficienti“.
“L’auspicio – dice Carla Cappiello, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma – è che si possa diffondere una cultura della legalità. E’ più faticoso fare le cose per bene. La corruzione deve trovare barriere nella società civile, nella vita quotidiana, nel lavoro dei professionisti, ingegneri compresi“.
11 novembre 2014