Quanto avvenuto a Gabriele Sandri l’11 novembre 2007 ha lasciato sotto choc tifoserie e persone lontane dal calcio. Gabbo è morto per errore. Una parola, errore, che non dovrebbe mai essere accostata a fatti del genere. Tutto è iniziato poco delle 9 di mattina presso l’autogrill di Badia al Pino, autostrada A1,quando Spaccarotella, delle forze dell’ordine, decide di sparare due colpi per attirare l’attenzione di alcuni tifosi juventini e laziali che si stavano scontrando. Uno dei due colpi colpisce Gabriele Sandri, che si trova sul sedile posteriore della Megane Scenic guidata da un suo amico. Il ragazzo sta male e quando gli amici si fermano al casello successivo non c’è più niente da fare per lui.
La notizia si è diffusa immediatamente e ha portato al dilagare di violenze da parte delle tifoserie. La richiesta era una sola: sospendere le gare e per questo i tifosi sono arrivati anche a minacciare in caso di mancato slittamento delle gare (a Bergamo e Taranto). Ma la protesta a Roma non si è fermata neanche dopo il rinvio di Roma-Cagliari per motivi di ordine pubblico e i tifosi delle squadre cittadine hanno attaccato gli uffici del CONI, la caserma di Carabinieri di Ponte Milvio, la stazione di Polizia di via Guido Reni e il Commissariato in via Ferdinando Fuga.
Cristiano Sandri, fratello di Gabriele ha rilasciato un’intervista alla redazione di Lalaziosdiamonoi.it e ha affermato quanto segue: “L’11 novembre è una data particolare. Noi come famiglia viviamo ogni giorno come fosse l’11 novembre ma questo sarà così per il resta della vita. È importante tenere vivo il ricordo di Gabriele, perché è una memoria storica. Per come è venuto a mancare Gabriele questi fatti non devono più accadere. Troppo spesso ne sentiamo verificarsi e non dovrebbero, credo sia importante che attraverso il ricordo di Gabriele questi fatti non accadano più. L’ultima iniziativa che stiamo portando avanti per questo fine è un contest diretto ai ragazzi delle scuole medie inferiori di tutto il Lazio. I ragazzi saranno chiamati ad elaborare una frase ed inserirla in uno striscione, vi sarà un sito ad hoc dedicato a questa iniziativa che sarà chiamato www. Crescerannotifosi.it. Attraverso questo sito saranno caricate interviste ed immagini mentre preparano lo striscione. Abbiamo cercato di coniugare le nuove tecnologie con la passione più sincera. La frase sarà esposta negli stadi di tutto il Lazio. A fine campionato saranno premiati i primi tre istituti, che saranno giudicati da una giura popolare ed una tecnica”. La famiglia di Gabriele ha anche creato la Fondazione Sandri in onore di Gabriele: “La gratificazione più grande che abbiamo ricevuto sono gli attestati di stima, di vicinanza e solidarietà ricevuti, da parte della gente. Da ultimo posso dire che come fondazione siamo stati scelti come interlocutore valido per un’iniziativa che proprio in questi giorni, nell’anniversario di Gabriele, prenderà il via. Ci tengo sempre a sottolineare che la nostra forza sono stati e saranno tutti coloro che ci accompagneranno nel viaggio della fondazione”.
Ma Gabriele è stato ricordato anche dalla Lazio, che oggi ha rilasciato un comunicato: “La S.S. Lazio, nel settimo anniversario della scomparsa, ricorda Gabriele Sandri, scomparso tragicamente l’11 novembre del 2007. La S.S. Lazio rinnova al papà Giorgio, al fratello Cristiano ed a tutta la famiglia Sandri il proprio cordoglio”.
Poi è intervenuto De Silvestri, che oltre ad essere stato un giocatore della Lazio è stato un grande amico di Gabriele. A ElleRadio, durante la trasmissione I Laziali sono qua, ha ricordato il ragazzo: “Gabbo era un ragazzo straordinario. Era un tipo molto tranquillo, educato, uno in grado di farsi voler bene da tutti. Con lui avevo un rapporto molto schietto. Ricordo che, nonostante io fossi un calciatore della Lazio, squadra per cui tifavamo entrambi, parlavamo di tutto tranne che di calcio“. Poi il dramma della scomparsa di Gabbo: “Non è stato molto facile. Ero molto giovane e devo dire grazie ai miei amici e alle persone più grandi di me che mi hanno supportato. Per me fu un vero choc. Non scorderò mai quel giorno a Milano. Quando mi hanno dato la notizia non ci volevo credere. Oltretutto fui l’ultima persona alla quale Gabbo mandò un sms. Quando lo lessi sentii un nodo alla gola. In quel messaggio c’era racchiuso tutto quello che era Gabriele. Amore per la vita, per la musica… Lo porterò sempre nel cuore e tuttora ho il suo nome scritto sui miei scarpini. Devo dire che è una cosa che mi dà molta forza e che mi fa sentire sempre vicino a lui. Se dovessi scegliere, direi una serata che passammo insieme al pub di Piazza Vescovio. Colgo l’occasione per salutare tutti i ragazzi del pub. Sono sempre eccezionali“.
11 novembre 2014