In tutta Italia oggi ci sono stati vari scioperi organizzati da: sindacati, studenti, centri sociali, precari e attivisti per i diritti civili. La manifestazione più imponente è stata organizzata a Milano da Fiom e Cgil, in testa al corteo Landini e Camusso, che si sono lasciati andare anche ad un abbraccio. Da Milano promettono che non si fermarono contro il Jobs Act.
Camusso – “La partita non è chiusa – irrompe così Susanna Camusso – non è un voto di fiducia che cambierà il nostro orientamento, la nostra iniziativa”. Poi ribadisce il bisogno di una patrimoniale, a mio avviso inutile per far ripartire i posti di lavoro, infatti, tra gli applausi parte anche qualche fischio, e poi prosegue:”Non si può continuare a tassare in basso, bisogna avere il coraggio di non colpire chi è debole ma chi i soldi ce li ha e non li investe per il Paese. No ai finanziamenti a pioggia, no alla riduzione dell’Irap per le imprese che licenziano”.
Nel finale rinnova l’appuntamento per il 5 dicembre: “Per cambiare il Paese, per il lavoro arrivederci al 5 dicembre. Se continuano a cambiare il Paese senza il mondo del lavoro, il mondo del lavoro starà sempre nelle piazze a chiedere il cambiamento”.
Landini – Più agguerrito Maurizio Landini: “Siamo pronti ad andare avanti fino in fondo, chi è in piazza non parla solo al sindacato, ma al Paese, al Governo perché devono capire che per risolvere i problemi bisogna farlo con chi lavora”.
Landini poi attacca la linea di Confindustria, accusando il Governo di essere sulle stesse posizioni: “L’attacco assurdo allo statuto dei lavoratori, la riduzione delle tasse senza garanzie sugli investimenti: queste sono le richieste di Confindustria. Ma così si va a sbattere. Abbiamo offerto il dialogo a Renzi, ma lui lo rifiuta. Lui ha scelto un’altra strada, noi gli diciamo che c’è bisogno di unire il Paese, non di dividerlo”.
Poi Landini lancia una stoccata a Renzi: “Vogliamo che gli 80 euro di Renzi vengano estesi a tutti, ma lo ringraziamo perché ci servono a scioperare contro di lui, per contestare le politiche che sta sbagliando”. L’affondo va anche sulla cena dei mille euro organizzata nei scorsi giorni dal PD come finanziamento per il partito: “qualcuno frequenta persone che spendono mille euro per una cena e perde il senso della realtà – aggiungendo infine – le persone che hanno scioperato oggi hanno rinunciato allo stipendio, lo sciopero costa e noi difendiamo anche i diritti di quelli che non scioperano”.
14 novembre 2014.