Lotito è intervenuto ai microfoni di Mix24, programma in onda su Radio 24 e ha affrontato vari argomenti, dalla questione che riguarda la professione del procuratore al progetto dello stadio della Lazio fino al cambiamento continuo del calcio: “Porterò in consiglio federale la ‘deregulation’ dei procuratori. Per cui non ci sarà più l’albo dei procuratori. C’è anche molta ambiguità economica nel passaggio tra i procuratori – prosegue Lotito – e questo è dovuto proprio ad alcune norme che avevamo nel nostro sistema. Nel momento in cui c’è la deregulation, viene meno il diritto prioritario che un calciatore ha nei confronti del suo procuratore. Diciamo che c’è stata in passato una connivenza tra club, procuratori e calciatori. Un pot-pourri che ha determinato una forma di consociativismo; io non sono per il consociativismo, sono per la condivisione. Oggi i calciatori hanno un procuratore, che è registrato e dal quale non si possono muovere. Se i giocatori sono schiavi? Diciamo che sono condizionati. Nel momento in cui tu hai la deregulation, ognuno si prende chi vuole, nel momento che vuole, e se lo vuole, a quel punto viene meno il potere contrattuale del procuratore”.
Poi è arrivato il cambio di argomento e Lotito ha parlato del progetto che riguarda la costruzione dello Stadio delle Aquile e la possibile location: “Per lo stadio della Lazio, dieci anni fa, sono stato un antesignano e abbozzai un’ipotesi di progetto che poi mi fu tarpato su presupposti di alcuni vincoli. Sono curioso di vedere che cosa succederà a quello della Roma che si trova in una condizione forse peggiore del progetto della Lazio. È totalmente infondato che vorrei una legge senza regole per mettere a frutto i miei terreni sulla Tiberina. Innanzitutto non ho scelto ancora la location, ma al di là di questo, penso che uno stadio debba avere un’auto consistenza di carattere economico-finanziario, un equilibrio economico-finanziario finalizzato sia alla realizzazione che al mantenimento. Quei terreni erano un’ipotesi di lavoro. È un’ipotesi ancora vera, sono 550 ettari, penso la più grande proprietà del comune di Roma. Se quei terreni sono a rischio esondazioni? Se sono a rischio esondazione quei terreni, figuriamoci quelli che stanno sulla sponda del Tevere che è dove verrà realizzato lo stadio della Roma. Sono curioso di vedere che cosa succede, se c’è un pari trattamento.”
Lotito ha parlato anche del modo di fare calcio, che con gli anni sta cambiando, soprattutto ora, e si è soffermato sulla vicenda Thohir-Moratti: “Il conflitto tra Thohir e Moratti? Moratti ha rappresentato il periodo passato, del grande mecenate, che per passione ha investito tanti soldi. Oggi sicuramente il calcio, col fair play finanziario, necessita di un equilibrio economico finanziario della società. E quindi non consente più di coltivare alcune passioni che possono trovare consenso e viceversa, nella fattispecie trovano dissenso. Thohir rappresenta il nuovo modo di fare calcio. E’ finita l’epoca dei presidenti Mecenati. Thohir sta dimostrando di avere capacità gestionali. Se è un bravo presidente? È un presidente che rispecchia la nuova filosofia del fare calcio”.
In chiusura un commento anche su Galliani: “Non si misura il potere contrattuale e la credibilità; è l’autorevolezza che uno acquisisce attraverso il consenso dei proprio colleghi. Galliani è il dirigente numero uno del calcio europeo, affettivamente parlando”.
3 novembre 2014