Chi di noi non ha mai fatto una partita a Monopoly? È raro trovare qualcuno che non lo conosca, secondo il Guinness World Record, si tratta del “più giocato gioco da tavolo della storia”, l’editore della casa Hasbro, ha stimato che almeno 750 milioni di persone nel mondo hanno giocato a Monopoly dal 1935.
Origini – Un primo prototipo del gioco che conosciamo oggi, ci fu nel 1903, quando Elizabeth Magie ideò un gioco simile con il nome The Landlord’s Game. L’anno successivo Magie ottenne un brevetto negli Stati Uniti, ma il gioco non decolla, le vendite restano su cifre modeste. Però si cominciano a diffondere varie versioni casalinghe, dove si apportavano modifiche e nuove regole all’originale.
Il gioco iniziò a subire varie evoluzioni, nel 1932, Dan Layman disegnò un gioco simile al Monopoly, uscirà col nome di Finance. Successivamente sarà Charles Darrow a modificarlo e portarlo ad essere il gioco che oggi conosciamo.
Nel 1935 la Parker Brothers, nota casa editrice, fiuta l’affare e acquista i diritti per pubblicare il Monopoly il 5 novembre dello stesso anno. Per non incappare in conflitti di copyright, la casa editrice acquisisce anche i diritti di The Landlord’s Game e Finance.
In Italia – Nel 1935 il gioco arrivò anche in Italia, importato dalla casa Editrice Giochi, fondata da Emilio Ceretti.
Il gioco di allora, non è proprio lo stesso di oggi. A quel tempo esisteva il regime fascista, innanzitutto non dovevano esistere nomi stranieri, quindi Monopoly diventò Monòpoli. I nomi delle vie riportavano per le maggiore vie di Milano, ma c’erano anche vie inneggianti al fascismo, come: Via del Fascio, Largo Littorio, Corso Littorio e anche Via Vittorio Emanuele in omaggio al Re.
Dopo la caduta del fascismo le vie furono tramutate in quelle classiche che conosciamo oggi.
Curiosità – Nel 2009 la Hasbro acquisisce tutti i diritti del gioco, anche in Italia, come testimonia il nome diventato Monopoly.
Dei vari Monopoly esistono diverse edizioni speciali, ad esempio: Walt Disney, Star Wars, Ferrari, Euro e tante altre.
Nei paesi sotto il regime comunista il gioco fu vietato, perché fu accostato al capitalismo e quindi fu proibito, come successe nell’URSS e come avviene tutt’ora a Cuba.
5 novembre 2014