Oggi 3 novembre sarà una giornata complicata per la sanità romana. È stato infatti proclamato lo sciopero degli infermieri aderenti al sindacato NurSind. Secondo i promotori della protesta l’adesione sarà molto alta, specialmente al San Camillo e al San Filippo Neri, dove gli iscritti al sindacato sono maggiori. Saranno garantiti solo gli interventi e i casi urgenti, potrebbero slittare invece i prelievi, le radiologie, gli esami diagnostici e gli interventi chirurgici programmati.
Si prevede molto disagio per i pazienti a causa dello sciopero di 24 ore, soprattutto perché: “Le aziende hanno provveduto in ritardo ad organizzare il contingentamento minimo del personale”, spiega Andrea Bottega, segretario generale di NurSind. Per spiegare ai cittadini i motivi di questa protesta sarà attuato un programma di volantinaggio nei pressi degli ospedali, oltre che a un sit-in davanti a Montecitorio. Uno dei motivi principali che spinge gli infermieri a scioperare è il blocco degli stipendi, fermi da 5 anni. Loro infatti chiedono la sospensione del suddetto blocco e anche del “turn-over”, che “non permettendo il ricambio generazionale per sostituire chi va in pensione, si traduce in orari e turni massacranti“.
Tra i problemi compare anche il troppo lavoro e la mancanza di personale. Problematiche che complicano la vita lavorativa degli infermieri, a danno della qualità dei servizi offerti. Cresce la disoccupazione e il sindacato NurSind denuncia l’esistenza di circa 25 mila professionisti senza lavoro. Alcuni di essi dicono: “Prima eravamo noi a importare gli infermieri, ora sono i nostri giovani ad emigrare“. Inoltre non aiuta la legge di stabilità. Anzi, con gli annessi danni agli sprechi, aumenta il rischio di acuire le emergenze, “penalizzando i sistemi di garanzia dei livelli essenziali di assistenza“.
La situazione è diventata quindi insostenibile per gli infermieri aderenti al sindacato NurSind e non solo, le loro richieste sono sostenute anche dai sindacati unitari. Questi hanno infatti organizzato e indetto una manifestazione nazionale dei lavoratori pubblici fissata per sabato 8 novembre. Lo scenario si fa cupo, e per evitare ulteriori tagli e la conseguente perdita di qualità del servizio servirebbe una vera “riorganizzazione del Servizio Sanitario Nazionale“, commentano i professionisti del settore.
3 novembre 2014