“Qualora venisse approvata la proposta contenuta nella Legge di stabilità (art.26) di un pesantissimo taglio delle risorse del Fondo Patronati, risorse che non derivano da fondi pubblici generici, da risorse dello Stato, ma da una quota dei contributi obbligatori versati dai lavoratori e dai datori di lavoro privati e pubblici, questo si tradurrebbe in un’azione contro i cittadini che in tutti questi anni di crisi si sono rivolti ai patronati, trovando nei nostri uffici l’unico istituto di welfare veramente gratuito“. A lanciare il duro monito sono Cgil, Cisl e Uil di Roma e del Lazio e i patronati Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil, Acli di Roma e del Lazio.
“Tagliare le risorse ai patronati significa metterli nell’impossibilità di svolgere il proprio ruolo sociale e nella prospettiva futura significa impedire loro di partecipare alle sfide per il cambiamento del Paese – dicono in una nota – Se la politica e il governo si assumeranno la responsabilità di dire che i patronati sono soltanto un costo e che quindi come tale deve esser compresso, dovrà assumersi anche quella di dire al cittadino con quali altre forme, ma soprattutto con quali altri costi, potrà avere una risposta ai suoi bisogni“.
E annunciano: “I Patronati unitamente alle loro organizzazioni promotrici stanno effettuando una serie di incontri con le forze politiche e con le rappresentanze parlamentari affinchè con l’impegno di tutti venga cambiata una misura sbagliata e venga scongiurato un danno alle persone più deboli; stanno inoltre sviluppando una serie di iniziative di informazione e di protesta: domani si svolgeranno presidi e volantinaggi; sarà inoltre promossa, presso tutte le sedi provinciali dell’Inps (Rieti, Frosinone, Viterbo, Latina) e a Roma presso le sedi Inps Casilino, Inps Flaminio, Inps Montesacro, Inps Eur e Inps Tuscolano, una raccolta firme per una petizione popolare da inviare al Governo Renzi. Nei prossimi giorni saranno annunciate e realizzate altre iniziative presso le sedi istituzionali“.
6 novembre 2014