L’avventura di Petkovic con la Lazio è iniziata il 31 maggio 2012, quando ha firmato un biennale con la società di Lotito ed è andato a visitare Formello, quartier generale dei biancocelesti. I primi mesi segnano il successo dell’allenatore di Sarajevo, che, arrivato da sconosciuto, è riuscito a farsi voler bene dalla tifoseria. Petkovic, soprannominato Il Dottore, ha portato la Lazio ad essere la seconda forza del campionato nei primi sei mesi della sua gestione, ma a gennaio l’andamento è peggiorato e la squadra si è ritrovata a giocarsi il tutto nella finale di Coppa Italia contro la rivale di sempre: la Roma. Quella partita ha portato Petkovic ad occupare un posto speciale nel cuore dei tifosi laziali e lui stesso ricorda la sfida del 26 maggio con gioia. La seconda stagione non ha portato i risultati sperati e il rapporto incrinato con Lotito è del tutto cessato una volta ufficializzato l’incarico da ct della Svizzera una volta scaduto il contratto.
Petkovic ieri è stato intercettato da Radiosei, che gli ha consegnato il premio Lazialità:“Quella con la Svizzera è una bella avventura. Squadra di qualità, con tanti giovani. Alla Lazio era molto importante confermarsi. E’ arrivata una chiamata, un interesse da parte loro, poi è arrivato una chiamata dal ds Tare e dopo il primo allenamento con il Sion presi un aereo privato per Roma e parlai con il presidente Lotito. Siamo andati benissimo il primo anno, tante partite positive, avevo una squadra che non aveva paura di nessuno che credeva in lei stessa”. Ma da gennaio la squadra non è più riuscita a imporsi: “Penso che però a gennaio si poteva fare di più. Quell’anno arrivò anche il successo del 26 maggio, quella è stata una giornata particolare. La mia squadra era compatta, siamo entrati con la giusta cattiveria, affrontando questo avversario che era arrivato a questa sfida con forse troppa presunzione. L’arbitro non fischiava più, poi è stato un sollievo, una gioia enorme. Una soddisfazione incredibile. Io seguo ogni minuto di questa Lazio, guardo il canale telematico, seguo sempre la strada dove mi sono fermato. I biancocelesti avranno sempre un posto privilegiato nel mio cuore. Grazie a tutti i laziali e a quello che mi hanno dato”.
11 novembre 2014