Forse non tutti ne sono al corrente, ma la castrazione chimica per i pedofili nella Russia di Putin è già legge da 3 anni. Approvata alla prima votazione, questa punisce nello specifico coloro che hanno abusato o avanzato violenza nei confronti di bambini al di sotto dei 14 anni. Di contro, per tutti i molestatori recidivi vige la pena dell’ergastolo.
La decisione se procedere alla castrazione chimica coatta viene presa dopo un esame psichiatrico forense su richiesta del tribunale competente. Lo stesso tribunale, inoltre, può avanzare la richiesta verso provvedimenti medici alternativi a secondo dei casi.
“Non sarebbe saggio limitare le misure mediche alla sola castrazione, dato che in alcuni casi potrebbe non bastare”, ha spiegato Dmitry Vyatkin, deputato del parlamento russo tra i sostenitori della legge. Detto questo, i colpevoli possono richiedere la castrazione volontaria nel caso in cui la vittima destinataria delle molestie abbia più di 14 anni. Una decisione che consentirebbe ai molestatori di accedere a eventuali attenuanti circa la detenzione o la pena comminata dal giudice in sede processuale. Tutto subordinato alla volontà del tribunale, naturalmente.
Dall’introduzione della legge, tutti coloro che sono stati dichiarati colpevoli hanno avuto accesso a sconti di pena dopo averne scontato almeno l’80%. Detto questo, solo nel 2008 erano stati 1300 i minori vittime di violenza e abusi sessiali, mentre 5233, più del doppio, quelli che vittime di atti sessuali non violenti. In base a quanto dichiarato da Anton Belyakov, allora deputato del partito “Una Sola Russia”, almeno il 97% dei colpevoli erano recidivi Belyakov, quindi ecco il perché della scelta di pene più severe. Tatyana Yakovleva a suo tempo dichiarava che il numero di crimini sessuali ai danni dei minori minori a partire dal 2005 era cresciuto addirittura di 20 volte.
“I pedofili sono persone malate e pericoloso che non saranno mai pieni membri della società, ed è per questo che il nostro obiettivo è di proteggere le persone sane, i nostri bambini, che hanno la propria vita davanti a sé”, ha detto a RIA Novosti.
Prima dell’introduzione della castrazione chimica, le pene inflitte ai danni dei pedofili andavano dagli 8 ai 15 anni di detenzione, con medie processuali attestatesi sui 3 o 4 anni per chi era stato condannato. La castrazione chimica è ottenuta utilizzando quello che è stato definito un “Ormone di salvataggio”, il contenuto nel farmaco Depo-Provera, un progesterone sintetico. L’utilizzo dell’ormone femminile mira ad abbassare la controporte maschile, cioè il testosterone, il quale viene spinto al di sotto dei livelli soglia considerati pericolosi. Non tutta la comunità scientifica è d’accordo sulla capacità del farmaco di inibire il desiderio sessuale di un pedofilo, inoltre avrebbe effetti collaterali, vedi depressione, senso di fatica, diabete, rischi di coaguli nel sangue.
24 novembre 2014