Il salario accessorio fa discutere la Capitale. Dopo il rinvio dell’incontro ieri tra Marino e i sindacati (previsto alla fine per oggi), a parlare sono ancora i partiti. A partire dal Movimento 5 Stelle. “Abbiamo preferito lavorare ad atti concreti piuttosto che a vuoti slogan, ovviamente tenuto conto del nostro ruolo (4 consiglieri di opposizione, zero pedine in Giunta). Già a maggio e giugno il M5S si è attivato con comunicati, incontri e con la mozione con cui chiedeva la revoca della delibera n. 137 del 13 maggio 2014, delibera che poneva un autentica pistola fumante sul tavolo della trattativa tra Comune e personale. Abbiamo sollevato più volte la questione della disparità di trattamento tra dipendenti capitolini e quelli delle aziende, così come vere e proprie irregolarità, quali la figura del direttore esecutivo (anche questa evidenziata dalla relazione del MEF). Ci siamo inoltre attivati per valutare la fattibilità del ricorso a fondi europei, ipotesi che a dicembre valuteremo direttamente a Bruxelles. Abbiamo – per decine di volte – fatto da tramite tra personale e uffici e assessorato per ottenere chiarimenti e informazioni“.
“In questi giorni, dopo mesi di mobilitazione, i dipendenti capitolini ancora una volta approdano in Campidoglio per gridare le proprie ragioni di fronte alla imminente entrata in vigore- il 1 dicembre 2014 – del nuovo contratto unilaterale decentrato – continua in una nota il M5S – La vertenza è molto complessa ma riteniamo che ci siano dei punti fermi da cui partire: la celebre relazione del MEF verte soprattutto su aspetti non legati al salario accessorio, ma incredibilmente si è parlato solo di questi; il nuovo contratto andrà a ridurre stipendi già molto contenuti, mentre poco o nulla è stato fatto per la dirigenza nonostante i rilievi sollevati dall’Oref in sede di approvazione del bilancio previsionale 2014), per non parlare delle aziende del gruppo di Roma Capitale e per gli esterni assunti negli staff del Sindaco e degli assessori; il blocco del rinnovo del contratto nazionale del pubblico impiego ha ormai raggiunto quasi i 10 anni con una consequenziale perdita del potere di acquisto di salari che sono sempre stati livellati verso il basso; vi è la necessità di un nuovo contratto nazionale; le dinamiche interne all’amministrazione legate agli avanzamenti di carriera sono state gestite nell’assenza di una precisa politica del personale, che sarebbe stata in grado di aumentare la produttività, migliorare i servizi ai cittadini e contenere gli sprechi già da diversi anni. Oltre a ciò, la pessima gestione degli ultimi concorsi banditi dall’Amministrazione. Per noi occorre dunque che l’Amministrazione superi l’imposizione di un atto unilaterale e si adoperi per migliorare la condizioni dei lavoratori, dare certezze ai vincitori di concorso e, in tal modo, migliorare la qualità dei servizi erogati ai cittadini“.
All’attacco anche Gianni Sammarco, deputato e coordinatore di Roma del Ncd: “Ignazio Marino saltando ieri l’incontro con i sindacati sul salario accessorio si è confermato costantemente assente nelle circostanze più importanti. Dalle critiche ricevute anche dal suo stesso partito si evince inoltre che il frattura tra il sindaco e il PD non è sanabile. Mi domando come sia possibile continuare ad amministrare una città complessa come Roma con il muro contro muro perenne tra giunta e maggioranza“.
26 novembre 2014