Steve McQueen è stato un attore e un pilota automobilistico statunitense, noto anche per la sua spericolatezza, come citò Vasco Rossi in una sua canzone “Una vita spericolata”.
Carriera – Steve McQueen nacque Beech Grove il 24 marzo 1930, dopo un’adolescenza irrequieta si arruolò nel corpo dei Marines. Nel 1952 frequentò i corsi di recitazione presso l’Actor’s Studio e tre anni dopo esordì al Broadway.
Nel 1956 recitò nel suo primo film, ebbe un piccolo ruolo in “Lassù qualcuno mi ama”. Il suo talento cominciò a essere notato nel western “I magnifici sette” del 1960, l’anno dopo ecco aggiudicarsi la parte di un difficile sergente incline all’alcol, in “L’inferno è per gli eroi”.
Nel 1963 ci fu la sua consacrazione con il film “La grande fuga” nel ruolo dell’audace capitano Vrgil Hits.
McQueen si ritagliò sempre più ruoli per film polizieschi, western e bellici, confermando le sue qualità di attore spericolato.
Fama rafforzata dal fatto che spesso non si faceva sostituire da stuntman, maggiormente se si parlava di guidare un auto, una moto o un qualsiasi cosa che poteva correre. Steve aveva una forte passione per i motori, disputò anche delle gare automobilistiche con ottimi risultati, che molte volte gli diedero da pensare se abbandonare il cinema per le corse. La sua passione era talmente elevata che diventò anche un grande collezionista di auto e moto.
Nel 1973 fu il protagonista del suo film più celebre: “Papilion”. Ispirato a una storia vera.
L’anno successivo recitò in “L’inferno di cristallo”, componendo un cast stellare composto da Paul Newman e William Holden.
Declino e morte – Dopo il 1974 la sua carriera subì un arresto, sino al 1980 recitò soltanto in quattro film, non troppo rilevanti. Complice anche la malattia, quando nel 1979 gli fu diagnosticato un mesotelioma, un tumore della pleura causato dall’esposizione all’amianto durante gli anni di arruolamento coi Marines. Morì il 7 novembre 1980, a seguito di due attacchi cardiaci, le sue ceneri vennero disperse nell’Oceano Pacifico.
7 novembre 2014