Un aereo passeggeri della compagnia scandinava Sas ha rischiato, lo scorso 3 marzo, la collisione in volo con un caccia russo sui cieli della Svezia. A dare l’incredibile notizia il rapporto dell’European Leadership Network, secondo cui lo scontro è stato evitato solo grazie alla buona visibilità e all’abilità del pilota.
Che fosse in atto una “significativa e insolita” attività militare russa nello spazio aereo europeo lo si sapeva da ottobre, quando a dare l’allarme è stata la Nato. Oltre 26 aerei da guerra russi avevano volato in 48 ore su Mar Baltico, Mar Nero, Mare del Nord e Oceano Atlantico, con “potenziali rischi per l’aviazione civile perché non hanno piani di volo e non usano trasponder, quindi il controllo aereo civile non può vederli né assicurare che non interferiscano con i voli civili“. Ma in questo caso siamo prima di questa data e poco prima della tragedia sui cieli ucraini, con un aereo della Malaysia Airlines abbattuto a luglio con 298 persone a bordo. Come si legge sul rapporto, quello che ha reso particolarmente rischiosa la situazione sui cieli della Svezia è stato il fatto che il velivolo spia russo, molto probabilmente per sfuggire ai radar, non aveva acceso il transponder, il congegno usato per localizzare gli aerei. Per il think tank londinese, il numero di questi episodi è ai livelli della Guerra Fredda.
10 novembre 2014
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10 Novembre 2014 @ 18:46
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