La legge di stabilità, ottenuto il sì alla Camera, passa al Senato per la sua definitiva approvazione. All’interno del documento, anche la possibilità di aumento dell’Iva al 25,5% tra il 2016 e il 2018, a cui si aggiungerà, dal Giugno 2015, l’aumento delle accise su benzina e gasolio.
Manovra da 32 miliardi – Per ridurre l’indebitamento, all’interno della manovra sono stati inseriti 4,5 miliardi di interventi, nell’ottica di una riduzione del rapporto deficit/Pil dal 2,9 al 2,6%. Peggioreranno di fatto i saldi, che si attesteranno a 5,9 miliardi.
Aumento Iva – Tornando all’aumento dell’Iva, va sottolineato che questo si produrrebbe solo nel caso la salute dei conti italiani dovesse peggiorare. La mancata realizzazioni delle previsioni di bilancio, infatti, costringerà il governo a una seconda, quanto non gradita manovra di correzione. Gli interventi, al momento al palo, scatterebbero in automatico, in virtù di previsioni diventate già norma di legge.
Iva e clausola di salvaguardia –
Le suddette clausole di salvaguardia prevedono:
1) L’aumento dell’IVA ordinaria (oggi al 22%) fino al 25,5%;
2) L’aumento dell’IVA ridotta di 2 punti (dal 10% al 12%).
Queste le scadenze:
NEL 2016
– l’Iva ordinaria (che oggi è del 22%, ossia per gran parte dei beni di consumo) passerà al 24%;
– l’Iva agevolata (che oggi è al 10%) salirà al 12%.
NEL 2017
– l’Iva ordinaria salirà dal 24% al al 25%
– l’Iva agevolata sfiorerà il 13%.
NEL 2018
– l’Iva ordinaria arriverà dal 25% al 25,5%.
– l’Iva agevolata resterà al 13%.
Maggior gettito – I possibili aumenti porterebbero a un gettito di +12,8 miliardi per il 2016, 19, 2 per il 2017. Le accise, invece, contribuiranno per 700 milioni a partire dal 30 giugno 2015.
Le altre clausole di salvaguardia
Oltre all’IVA, nelle pieghe del ddl Stabilità si nascondono altre clausole di salvaguardia di cui, evidentemente, il Governo si guarda bene dal parlare.
Lotta all’evasione – Ai possibili aumenti su carburante e beni di consumo per aziende e cittadini, si affiancherà, in particolare, lo split payment e il reverse charge, il quale sarà diretto anche alla grande distribuzione, con maggiori accise per oltre 1,7 nel caso i due interventi sulla lotta all’evasione non avranno il via libera da Bruxelles.
2 dicembre 2014