“Costretti a firmare una dichiarazione pena l’espulsione”, è questa l’accusa di Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 Luglio in merito agli occupanti del campo Rom di via Visso. “Per dichiarare che qui stanno bene, sono stati costretti a firmare una dichiarazione, pena l’espulsione dal centro”, sotolinea ancora il presidente di fronte al Best House Rom di via Visso , in occasione della presentazione del piano per la chiusura dei campi Rom, a partire proprio da quello di Via Visso, dove dal 2012 alloggiano 250 persone in condizioni disagiate, senza in locali privi di illuminazione naturale. Qui “gli ospiti vengono spinti a dichiarare il falso”, riporta Romatoday.
Struttura illegale – La situazione fatiscente dell’area era stata denunciata anche dal consigliere capitolino dei Radicali Riccardo Magi, che aveva posto il problema al sindaco richiamandolo all’attenzione pure con uno sciopero della fame. Una battaglia contro una struttura non a norme e che il Capidoglio – sempre secondo Magi – deve chiudere al più presto.
Condizioni impossibili – Il campo di via visso si estende per 1800 metri quadrati quale magazzino, categoria C2, un insieme di stanze senza finestra e al cui interno l’aria viene pompata da dei condizionatori esterni. Al suo interno vivono complessivamente famiglie di 5 o 10 persone, prive di cucina e soggette a coprifuoco. “La struttura non risponde alle richieste della legge regionale 41/2003, prima fra tutte l’abitabilità” , ormai Carlo Stasolla lo ripete da mesi anche in virtù del fatto che il problema è, anche, se no soprattutto, la gestione del centro.
Costretti a Firmare – “A noi risulta che i rom hanno firmato un foglio dove dichiarano che il centro è adatto a loro, che stanno bene, ma ci risulta anche che siano stati costretti. L’alternativa sarebbe stata l’espulsione”. L’accusa ha come destinatario la persona di Alberto Picarelli, presidente di In Opera, fra le principali cooperative sociali che gestisce il centro. Questa la sua risposta: “Prima di tutto non è vero che, come dice qualcuno, ‘con i rom ci si arricchisce più che con la droga’, noi non ci siamo mai arricchiti, e poi il centro ha l’autorizzazione della Asl”. Già, ma “è solo una delle carte che servono – replica Stasolla – per ottenere l’accreditamento del Municipio, necessario per apertura e funzionamento della struttura”. Picarelli: “Le autorizzazioni complete non c’è l’ha nessuno”, poi mostra il foglio rilasciato della raccolta firme: “Con questa raccolta firme gli ospiti del Centro di Accoglienza vogliono far sapere che le condizioni di vita all’interno della struttura e i servizi che vengono forniti sono adeguati alle loro esigenze. Con l’occasione ringraziamo il Comune di Roma”. A questo punto, qualcuno si lascia scappare una risata, quando Picarelli legge ad alta voce il foglio nella parte dei ringraziamenti al Campidoglio. “Come si fa a dire che questa è una struttura adeguata? Garantite il latte caldo per i bambini piccoli al bisogno? No, perché non c’è neanche una cucina. C’è un solo pasto del catering immangiabile e i panni si possono lavare solo fuori con l’acqua gelata”. Questo il commento di una donna, già volontaria all’interno del centro, anche se nelle vesti di un’altra associazione. “Perché non facciamo una visita ora, così verifichiamo quanto dichiarato” domanda Stasolla. La risposta, però è tranciante. “No, non è possibile, servono della autorizzazioni”.
Sbattuti al freddo – Ed infine la protesta dei presenti. “Non è vero non abbiamo firmato niente, ci avete sbattuto qua fuori al freddo”. A parlare è Senada, 34 anni, 9 figli. La donna è letteralmente furiosa, dopo che è stata espulsa dalla struttura lo scorso 22 novembre per “comportamenti inammissabili ed evasione scolastica”, secondo la nota del dipartimento delle Politiche Sociali”. Secondo la 21 Luglio, invece, dopo che alcune famiglie avevano partecipato a un convegno tenutosi a Torino, all’interno del quale si è parlato – a quanto pare – male del campo di via Visso. parlava (male) di via Visso. Gli stessi interessati, inoltre, hanno dichiarato di non essere stati avvisati preventivamente e quindi allontanati per un totale di 28, di cui 23 minori, senza alcuna tutela legale, di cui 10 hanno un’età compresa fra i 9 anni e gli 8 mesi. Uno è un neonato, ha appena un mese ed è costretto a dormire in auto.
11 dicembre 2014
