I carabinieri della provincia di Roma, Viterbo e Latina stanno dando esecuzione a 37 ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura Distrettuale Antimafia della Capitale. L’accusa è quella di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio di denaro. Indagato Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma. La sua abitazione è stata perquisita nell’ambito della stessa operazione denominata “Mondo di mezzo”.
Ramificato sistema corruttivo – I Ros hanno scoperchiato un sodalizio mafioso radicato nel tempo, capeggiato da Massimo Carminati, avente forti infiltrazioni nel tessuto imprenditoriale, istituzionale e politico, il tutto finalizzato all’ottenimento di appalti pubblici redditizi, fra cui in particolari quelli relativi ai centri di accoglienza per immigrati. Emessa anche un’ordinanza di sequestro di immobili nei confronti degli indagati su beni per un valore complessivo di 200 milioni di euro.
Massimo Carminati – Soprannominato “l’ultimo Re di Roma”, Massimo Carminati ed ex Nar, Massimo Carminati è ritenuto il capo-cupola dell’organizzazione, tanto da essere stato il primo a essere colpito dall’ordinanza di custodia cautelare relativa all’affiliazione mafiosa da lui messo in atto, ex articolo 416 bis. Tutti gli ordini restrittivi sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Roma, Flavia Cosdtantin. Tra gli arrestati anche l’ex ad dell’Ente Eur, Riccardo Mancini.
Ecco cosa scriveva di Carminati Lirio Abate sull’Espresso:
Non ama guidare e preferisce spostarsi a piedi o cavalcando uno scooter. Nessun lusso negli abiti, modi controllati e cortesi: in una città dove tutti parlano troppo, lui pesa le parole ed evita i telefonini. Sembra un piccolo borghese, perso tra la folla della metropoli, ma ogni volta che qualcuno lo incontra si capisce subito dalla deferenza e dal rispetto che gli tributano che è una persona di riguardo. Riconoscerlo è facile: l’occhio sinistro riporta i segni di un’antica ferita. Il colpo di pistola esploso a distanza ravvicinata da un carabiniere nel 1981: è sopravvissuto anche alla pallottola alla testa, conquistando la fama di immortale. Anche per questo tutti hanno paura di lui. Ed è grazie a questo terrore che oggi Massimo Carminati è considerato l’ultimo re di Roma.
La sua biografia è leggendaria, tanto da aver ispirato “Il Nero”, uno dei protagonisti di “Romanzo criminale” interpretato sullo schermo da Riccardo Scamarcio. È stato un terrorista dei Nar, un killer al servizio della Banda della Magliana, l’hanno accusato per il delitto Pecorelli e per le trame degli 007 deviati, l’hanno arrestato per decine di rapine e omicidi. Come disse Valerio Fioravanti, «è uno che non voleva porsi limiti nella sua vita spericolata, pronto a sequestrare, uccidere, rapinare, partecipare a giri di droga, scommesse, usura». Sempre a un passo dall’ergastolo, invece è quasi sempre uscito dalle inchieste con l’assoluzione o con pene minori: adesso a 54 anni non ha conti in sospeso con la giustizia. Ma il suo potere è ancora più forte che in passato. Il nome del “Cecato” viene sussurrato con paura in tutta l’area all’interno del grande raccordo anulare, dove lui continua a essere ritenuto arbitro di vita e morte, di traffici sulla strada e accordi negli attici dei Parioli. L’unica autorità in grado di guardare dall’alto quello che accade nella capitale. (fonte huffingtonpost.it).
2 dicembre 2014