I lavoratori dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale aderenti all’Unione Sindacale di Base hanno occupato oggi la sala riunioni del Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto dove è in corso un’assemblea permanente e aperta alla quale stanno partecipando oltre 100 lavoratori.
“La protesta – spiega una nota dell’Usb – è indetta contro la situazione generale dell’ente e il rischio che oltre 60 tra ricercatori e tecnici vengano lasciati a casa a fine anno. I problemi causati dal tagli al bilancio dell’ente, voluti dal governo Renzi e dai governi che l’hanno preceduto, insieme alla volontà del ministero dell’Ambiente di demolire il ruolo pubblico dell’Ispra e le sue attività, mettono a rischio la stessa sopravvivenza dell’Istituto e il lavoro di ricerca e controllo ambientale finora svolto“. Secondo il sindacato, “il ministero dell’Ambiente sta da tempo rinviando la firma per la proroga della convenzione sulla Strategia Marina (direttiva europea che l’Italia deve attuare entro il 2020, pena procedura di infrazione) e sulla quale l’Ispra ha finora svolto un ruolo fondamentale. Se tale convenzione non verrà stipulata entro la fine dell’anno, oltre 20 ricercatori saranno licenziati, preludendo a una vera e propria privatizzazione delle attività, che finirebbero per essere svolte da soggetti disposti a rinunciare completamente ad un ruolo di terzietà“.
16 dicembre 2014