“Quelli che hanno un’anima se ne vanno, è inevitabile. Per me Roma è tutto, il luogo che non vorrei mai abbandonare, ma anche la città dove, alla seconda pioggia, l’asfalto si spacca, dove in piena estate, a luglio, gli alberi hanno un aspetto malato, dove i marciapiedi sono sempre sgretolati, una città opaca, ben lontana da quella celebrata da Tito Livio, ormai siamo una cloaca“. A dirlo dalle pagine de La Stampa l’attore e regista Carlo Verdone, che dice la sua sul caso di mafia Capitale.
E avvisa: “Se continuano a scoppiare scandali di questa portata, ci dobbiamo aspettare tumulti di piazza, ma quelli veri. Io per strada ci vado, e avverto il clima diffuso. Non c’è più spazio per l’ironia, c’è solo rabbia, indignazione, voglia di reagire. La gente si chiede: ma chi diavolo abbiamo messo lì, a comandare? Una grossa parte della classe politica è di bassissima qualità, e quindi facilmente abbordabile dalla malavita -conclude sconsolato Verdone – Non ci sono politici capaci di imporsi. Abbiamo visto che quelli che avevamo andavano bene per fare le scommesse ai cavalli oppure al casinò“.
9 dicembre 2014