Le province lanciano l’allarme. I particolare tutti i 56mila dipendenti italiani con il sit-in organizzato oggi pomeriggio a Roma a piazza delle Cinque Lune, vicino al Senato. Al presidio, organizzato dai sindacati del lavoro pubblico Fp-Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, in contemporanea alla discussione a Palazzo Madama sulla Legge di Stabilità, almeno un centinaio di lavoratori. Nel mirino i tagli alle risorse (3 miliardi, da qui al 2017) e il divieto di prorogare i 2.500 contratti precari, che, secondo i manifestanti, “equivale a decretare l’impossibilità di garantire i servizi“.
A Roma, secondo Amedeo Formaggi, Rsu della Fp Cgil della Provincia, “su un ente che grazie alle due precedenti amministrazioni ha retto abbastanza bene fino a quest’anno, si abbatterà una riduzione di 73 milioni sulle spese correnti. In questo modo dal 2016 i soldi per manutenzione scolastica, viabilità e ambiente, non ci saranno più“. E a questo si aggiunge il rischio esubero per 800 persone: “C’è un emendamento in discussione nella Legge di stabilità, infatti, che prevede una riduzione del 30%, pari a 40 milioni di euro, delle spese sul personale per le province che diventeranno Città metropolitane. Significa una riduzione di 600 dipendenti per Roma, neanche attenuata dalla possibilità di prepensionamento, com’era nella sua prima stesura. Se si sommano anche i 200 dipendenti di ‘Capitale Lavoro’, società interamente partecipata dalla Provincia, parliamo di 800 lavoratori in totale“.
Per Giancarlo Cosentino della Cisl Fp, “forse è il caso di andare sotto la Regione Lazio, il cui presidente ha costruito un grattacielo di centinaia di milioni di euro, un palazzo che rischia di essere pieno di politica e non di dipendenti che lavorano sulle aree vaste. Se gli enti locali non intervengono si rischia di morire di quello che sceglie il governo. Chiediamo a Zingaretti di convocare il tavolo sul monitoraggio delle funzioni delle Province, per dare la certezza ai cittadini che i territori non vengano abbandonati“.
16 dicembre 2014