Mohandas Karamcand Gandhi, detto il Mahatma, è stato un pensatore e uomo politico indiano nato a Porbandar, 2 ottobre 1869 e morto a Nuova Delhi il 30 gennaio 1948. Studiò prima in India, poi a Londra, dove si laureò in giurisprudenza. Al ritorno in indi, avvenuto nel 1891, praticò l’avvocatura e prese contatto con i circoli nazionalisti, ma poi recatosi nell’Africa del Sud decise di dedicarsi alla difesa dei connazionali emigrati. Solidamente ancorato ala cultura induista, non disdegnando gli apporti di altre grandi religioni come il cristianesimo e l’islamismo e del pensiero filosofico indiano, Ramakhrisna e Vivekananda, e occidentale (Tolstoj e Thoreau), Gandhi formulò in questa sua prima attività sociale la dottrina della non-violenza e di un pacifismo venato di spirito anarchico, che gli proveniva dall’influsso di Tolstoj (da lui considerato un maestro ispiratore, con il quale riuscì a entrare in corrispondenza dedicandogli la colonia agricola a Phoenix).
Gandhi organizzò un partito politico e diede vita al settimanale Indian Opinion, in cui il suo orizzonte politico si allargava e si completava nell’identificazione della “forza della verità” – satyagraha – con la fedeltà assoluta agli ideali della propria coscienza fino a giungere alla disobbedienza civile entro i limiti della non-violenza. Per ben comprendere il pensiero di Gandhi, che pone a ogni azione umana il limite invalicabile della non-violenza, è necessario precisare che questo precetto non si ferma a una posizione negativa (non causare del male agli altri) ma possiede in sè la carica positiva della benevolenza universale e diventa “amore puro” comandato dai sacri testi dell’induismo. La non-violenza prima di essere un principio dell’azione politica e sociale è un imperativo della religione posta a fondamento della dottrina di Gandhi.
La sua azione a favore dei connazionali oppressi fu tanto animosa che più volte lo portò nelle prigioni sudafricane. nel 1915 rientrò in India; miseri a e oppressione politica lo convinsero a rifiutare i prodotti della civiltà in favore delle tradizioni indiane (al posto della grande industria predicava il ritorno alle attività artigianali del posto). Nel momento incui gli inglesi confermarono di voler mantenere il dominio sull’India. Gandhi iniziò la sua prima vera battaglia politica e decise di unirsi ai nazionalisti portando avanti una campagna di disobbedienza civile: dal mancato pagamento delle imposte al boicottaggio delle merci inglesi. Fu così che Gandhi riuscì a suscitare l’interesse della gente e la sua dottrina della non-violenza trovò grande adesione da parte delle masse. Nel 1921 fu condannato a sei anni di carcere a causa della seconda campagna di disobbedienza iniziata, ma venne liberato dopo tre anni per motivi di salute.
Successivamente è stato eletto presidente del Congresso Nazionale Indiano (Partito del Congresso), che al tempo era a capo della lotta contro gli Inglesi,nel 1930 fu imprigionato nuovamente per aver portato avanti la battaglia per boicottare l’imposta inglese, la cosiddetta marcia del sale. L’anno successivo fu liberato e partecipò alla conferenza di Londra sull’India, che si chiuse con nessun cambiamento e portò a un riacutizzarsi della lotta. A quel punto Gandhi venne imprigionato varie volte, ma diede inizio ai suoi digiuni per protesta. Le lotte ripresero durante la seconda guerra mondiale e a causa dei giapponesi, il governo inglese sclese di aprire un negozionato con i nazionalisti nel 1942. Un negoziato che portò all’inasprimento dei rapporti poichè di fatto il governo britannico non concesse nulla. Gandhi diresse un ultima battaglia e finita la guerra si oppose alla possibilità di dividere il territorio indiano in india e Pakistan. La situazione politica non migliorò e nel 1947 la Gran Bretagna decise di concedere l’indipendenza, ma ad una condizione: la spartizione del territorio fra India e Pakistan.
Gandhi riuscì a vedere l’India indipendente, ma il 30 gennaio 1948, a Nuova Delhi, venne assassinato con tre colpi di pistola da un fanatico indù, Nathuram Godse, che riteneva Gandhi responsabile di cedimenti al nuovo governo del Pakistan e alle fazioni musulmane. Le volontà di Gandhi furono le seguenti: le sue ceneri dovevano essere ripartite in più urne e disperse nei maggiori fiumi del mondo (tra cui Volga, Gange, Nilo e Tamigi). Due milioni di indiani essistettero ai funerali del Mahatma Gandhi.
30 gennaio 2015