Alessandro Baricco, nato a Torino il 25 gennaio 1958, è uno degli scrittori (è anche saggista, critico musicale, conduttore televisivo, sceneggiatore, regista e pianista) più conosciuti e apprezzati nel panorama nazionale. Baricco è sposato con la giornalista e sceneggiatrice Barbara Frandino e ha due figli, ma della sua vita privata si sa ben poco, d’altronde intorno a lui c’è sempre stato un alone di mistero, tanto che in poco tempo si è guadagnato la fama di scrittore solitario, che si presta poco a interviste e apparizioni televisive.
Cresciuto nella sua città natale, si è laureato sotto la guida di Gianni Vattimo con una tesi di Estetica nella facoltà di Filosofia e nello stesso periodo ha studiato pianoforte e ha preso il diploma al conservatorio. Musica e lettura rappresentano da sempre i suoi principali interessi e hanno ispirato la sua attività. Nel 1988 ha scritto Il genio in fuga su Rossini, che è stato pubblicato da Einaudi editore. In seguito lo stesso Baricco ha definito questo libero fuori dalle sue corde.
Nel 1992 ha pubblicato L’anima di Hegel e le mucche del Wisconsin, libro in cui argomenta il rapporto che sussiste tra musica e modernità. Un anno prima è uscito il suo primo romanzo, Castelli di rabbia, che è stato pubblicato da Bompiani e che ha dato inizio a varie divisioni, che ancora oggi segnano la sua attività, tra critici e lettori. C’è chi come Giulio Ferroni ha usato il pugno di ferro nei confronti di Baricco e chi, invece, come Fernanda Pivano, ha accolto con grande entusiasmo i suoi lavori.
Baricco, amato e odiato, ha costruito il suo successo proprio negli anni Novanta, partecipando a trasmissioni radiofoniche e conducendo prima L’amore è un dardo, una trasmissione di Rai3 dedicata alla lirica, poi Pickwick, del leggere e dello scrivere, trasmissione dedicata alla letteratura, che ha ideato lui stesso e che l’ha visto collaborare con la giornalista Giovanna Zucconi. E come critico musicale ha iniziato a collaborare con La Repubblica e con La Stampa, per cui ha portato avanti rubriche in cui ha toccato una grande vastità di argomenti.
In quegli anni ha continuato a pubblicare romanzi: Oceano mare (grande successo), Seta, City e Novecento. Un monologo, quasi un lavoro teatrale, che è diventato un film diretto da Giuseppe Tornatore, La leggenda del pianista sull’oceano. Nel 1996 ha scritto un testo teatrale che è stato diretto da Luca Ronconi e in seguito ha pubblicato Barnum e Barnum 2, raccolte degli articoli che ha scritto per La Stampa e La Repubblica, il romanzo Senza sangue e il saggio Next, in cui ha trattato il tema della globalizzazione.
Dopo aver pubblicato Omero, Iliade, nel 2005 ha pubblicato Questa storia e in seguito ha aperto la Scuola Holden, a Torino, insieme ad alcuni soci, in cui si studiano le varie tecniche della narrazione. Per La Repubblica ha anche scritto I barbari, un romanzo-saggio uscito a puntate. Un anno dopo il romanzo Seta è stato portato al cinema dal regista francese François Girard e Baricco si è occupato in prima persona della sceneggiatura. Nel 2008 ha esordito come regista in Lezione ventuno, in cui viene ripreso il personaggio da lui creato in City, il professore universitario Mondrian Kilroy, e una sua lezione – la numero ventuno, appunto – sulla nascita della nona sinfonia di Beethoven. Nel 2011 ha recensito i 50 migliori libri letti negli ultimi 10 anni e in seguito gli articoli sono stati raccolti nel libro Una certa idea di mondo.
Baricco ha anche continuato a scrivere romanzi tra cui: Emmaus, Mr Gwyn, Tre volte all’alba e Smith & Wesson, uscito nel 2014.
25 gennaio 2015