Ci sono novità alla Fiera di Roma. Dopo anni di tentativi di rilanciare il mega-polo sull’autostrada per Fiumicino, si è deciso di puntare sul turismo congressuale. Ospitare mega-convegni da migliaia di partecipanti, ottenendo affitti, pagati dalle rispettive organizzazioni e sull’indotto che si genera per l’intera città.
“Già ci siamo assicurati l’European Congress of Rheumatology dal 10 al 13 giugno 2015 e l’European Society of Cardiology Congress dal 27 al 31 agosto 2016, due eventi rispettivamente da 15mila e 33mila delegati, ognuno dei quali è stato calcolato che porta una ricchezza sul territorio per 3mila euro a partecipante, quindi 150 milioni”, spiega Mauro Mannocchi, amministratore unico di Fiera di Roma, che fa anche notare come il bilancio 2014 si sia chiuso in sostanziale pareggio.
Un miglioramento notevole potrebbe venire dai contatti in corso con il gruppo Habegger di Zurigo, specializzato in convegni, che si è offerto di prendere in gestione l’organizzazione di maxi-eventi di questo tipo. Data la sua esperienza e la sua rete di contatti garantirebbe dai 100 ai 200 convegni l’anno. Contatti analoghi sono iniziati anche con un potenziale partner cinese.
“Mi sembra una strada più ragionevole rispetto a ipotesi di privatizzazione difficili da formulare a meno che il partner non offra reciprocità di mercato”, dice Mannocchi. Intanto la Cdc e il Comune hanno nominato Carlo Paris, grande esperto, quale manager finanziario estraneo da qualsiasi schieramento politico, amministratore delegato di Investimenti, la società che controlla la Fiera. Con Mannocchi dovranno stabilire una strategia di uscita dalla crisi, e risolvere il nodo del maxi mutuo da 200 milioni che grava sui capannoni nella Portuense.
di Lidia Marino
20 gennaio 2015