“I pronto soccorso degli ospedali di Roma sono nel caos, con pazienti in attesa sulle barelle o nei corridoi. Stanno esplodendo“. A lanciare l’allarme Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio e componente della commissione Salute. “I numeri ufficiali dei pazienti in attesa – aggiunge Santori – o buttati nei corridoi parlano chiaro. Ieri all’ospedale S.Camillo di Roma 130 in attesa con 12 ambulanze bloccate, oggi la musica non cambia al Sant’Eugenio 125, al Policlinico Tor Vergata 125 e all’Umberto I picchi di 160 persone in attesa con numerose ambulanze bloccate. Ad un anno dall’apertura dell’inchiesta della magistratura di Roma ci ritroviamo nuovamente a constatare che l’emergenza invece di appianarsi si è seriamente acutizzata in piena violazione delle norme in materia di salute e sicurezza del lavoro e del diritto alla salute del cittadino sancito dall’articolo 32 della Costituzione italiana“.
“I numeri parlano chiaro – dice Santori – monitorando il sito www.regione.lazio.it alla sezione ‘pronto soccorso’ è possibile verificare gli accessi in tempo reale. La situazione alle ore 19.15 del 7 gennaio e alle ore 10.43 di oggi relativa al totale dei pazienti in attesa, in trattamento, in attesa di ricovero o trasferimento, in osservazione breve o intensiva, ci si rende conto che le dinamiche non sono cambiate: al Policlinico Tor Vergata il totale risulta rispettivamente 125-111, al Sant’Andrea 87-102, all’ Umberto I 130-136, al Gemelli 100-90, al San Camillo Forlanini 110-105, al Sant’Eugenio 125-103, al Sandro Pertini 97 -96, al Policlinico Casilino 80-57». Non va meglio per i nosocomi del Lazio: «Allo Spaziani di Frosinone 63-51, al Santa Maria Goretti di Latina 88-84, al San Giovanni Evangelista di Tivoli 43-38, all’Ospedali Riuniti di Anzio 39-44, al Belcolle di Viterbo 37-48“.
Secondo Santori, “questi dati sono la dimostrazione evidente che il Piano di riordino della rete ospedaliera imposto dal presidente Zingaretti a tavolino senza consultare gli operatori sanitari né alcun addetto ai lavori e calpestando le prerogative del Consiglio regionale e della Commissione Salute, non solo non ha portato all’abbattimento delle liste d’attesa ma con il consistente taglio dei posti letto, 237 in meno solo a Roma e il flop delle Case della Salute, ha mantenuto disservizi, ritardi e sprechi delle risorse pubbliche il tutto sempre e solo sulla pelle dei cittadini“.
8 gennaio 2015