L’accordo tra Acea ed Equitalia per riscuotere le bollette non pagate del servizio idrico si è completamente “sgonfiato”. La società di riscossione rinuncerà alle somme insolute, come inizialmente previsto dall’intesa con la spa: qualche giorno fa si è parlato addirittura di possibili ganasce alle macchine. L’annuncio del passo indietro è stato reso pubblico da due associazioni dei consumatori, Konsumer e Codici, le quali hanno sottolineato una coincidenza forse non casuale.
In effetti, Equitalia ha confermato la sua rinuncia nello stesso giorno in cui il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha comunicato la data del ricorso (il prossimo 11 marzo). Il discusso accordo risale allo scorso mese di dicembre, ma già alcuni anni fa vi fu qualcosa di simile, anche se il gestore coinvolto fu in quel caso Acqualatina e non Acea (il tutto venne bocciato dalla Cassazione). Secondo quanto affermato da Carmine Laurenzano, avvocato del Codici, “nei ricorsi al Tar avanzati dall’Associazione si fa preciso riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale n.335 del 2008”.
“L’emissione dell’ingiunzione fiscale è riservata ai soli enti pubblici, non si può estendere il servizio a società private. Inoltre, la natura stessa della tariffa del SII comporta che la sua riscossione debba avvenire esclusivamente con i mezzi ordinari civilistici”. I responsabili dell’associazione vorrebbero addirittura la rimozione di tutti i responsabili di Acea, senza dimenticare le responsabilità politiche che ricadrebbero sul sindaco di Roma, Ignazio Marino.
16 gennaio 2015