La Procura della Repubblica di Roma Capitale ha disposto la confisca dei beni per tutte le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. Le misure preventive, nello specifico, saranno prese il prossimo 11 maggio. Il provvedimento riguarda beni per oltre 300 milioni di euro riconducibili a Massimo Carminati accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, Salvatore Buzzi, amministratore delle cooperative e braccio destro dell’ex Nar, gli imprenditori Cristiano Guarnera e Agostino Gaglianone, Riccardo e Matteo Brugia legati a Carminati, Roberto Lacopo, gestore di un distributore di benzina in corso Francia, Giovanni De Carlo fra i principali boss della criminalità romana, Fabio Gaudenzi, il quale investiva i proventi del gruppo mafioso e l’ex amministratore delegato dell’ente Eur Riccardo Mancini.
Su Mancini, rimesso in libertà, tra l’altro, pendono ancora le accuse della Procura al momento dell’arresto. A sollecitare i provvedimenti sono stati i pubblici ministeri Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli, in considerazione della possibilità che i suddetti indagati possano essere scarcerati. A decidere sul sequestro preventivo sarà il Tribunale del Riesame, il quale ha convalidato formalmente l’accusa di associazione di stampo mafioso.
12 gennaio 2015