Scatta emergenza roghi tossici e discariche abusive, il Ministro dell’Ambiente riferisce in Senato innanzi al progressivo peggioramento e degrado, nonché aumento di questi fenomeni incivili, provenienti dall’interno dei campi rom e di conseguenza nelle aree adiacenti a questi stessi. A lanciare l’allarme sul’emergenza rifiuti è stata Roberta Angelilli, la coordinatrice regionale NCD, che ha provveduto assieme ad altri 11 senatori ad esporre un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando. Attraverso questa avanzata interrogazione, firmata per primi da Andrea Augello e dal Presidente della Commissione Ambiente del Senato, Giuseppe Marinello, si invita Orlando ad analizzare attentamente una operazione di ispezione nelle aree interessate, con l’intento di sollecitare l’Amministrazione di Roma Capitale ad adottare misure e provvedimenti più concreti e tempestivi, per arginare tali fenomeni, nonché per porre fine all’emergenza in atto sui roghi tossici e sulle numerose discariche abusive, presenti nel territorio. La richiesta è anche quella di verificare dettagliatamente le conseguenze di questi fenomeni abusivi, inerenti all’ambiente, come l’inquinamento e l’impatto che provocano a questo, insieme ai casi di degrado relativi. Inoltre, si invita a formulare un’intesa con la Regione Lazio, al fine di installare strutture competenti, volte ad attività di inchiesta e monitoraggio sul fenomeno delle discariche abusive a cielo aperto, degli stessi roghi appiccati e del conseguente rovistaggio / danneggiamento dei cassonetti, che valgono parecchi soldi, secondo quando dichiara Angelilli in una nota. L’inchiesta è stata sottoscritta e sostenuta da altri senatori come: Laura Bianconi, Federica Chiavaroli, Franco Conte, Mario Dalla Tor, Antonio Gentile, Marcello Gualdani, Bruno Mancuso, Luciano Rossi e Guido Viceconte. Ciò in virtù del fatto che da quanto risulta agli interroganti, nell’anno 2014 sono aumentati in maniera spropositata tali fenomeni incontrollati e non autorizzati, riguardanti rifiuti di ogni genere, per lo più materiali pericolosi, da parte dei campi nomadi, appunto. Chi ne paga le conseguenze sono gli stessi cittadini, la loro salute e l’ambiente, dove si crea un disagio devastante, causato dall’emissione di fumi altamente tossici e nocivi, a tal punto che si possa parlare della presenza di una “terra dei fuochi” a Roma. Si sta verificando una sorta di sistema parallelo riguardo il trattamento dei rifiuti, già denunciato numerose volte dalla Prefettura di Roma e dalla Polizia Locale, proprio per la gravità della situazione, sempre più allarmante. Questo fenomeno di roghi è suddiviso in fasi, tra le prime troviamo la pratica del rovistaggio dei rifiuti nei cassonetti, un’attività tollerata più volte dalla stessa Amministrazione Comunale, che non ha mai provveduto ad inserire provvedimenti, causando sistematicamente il danneggiamento dei cassonetti, oltre alla sporcizia del manto delle strade e dei marciapiedi, sempre meno decorosi. Ciò comporta non soltanto l’assegnazione di un immagine negativa appunto sul decoro cittadino ma anche spese per sostituire e riparare in continuazione i cassonetti stessi, costo che deve provvedere a pagare ingiustamente sia l’AMA che i cittadini. In seguito, si passa alle fasi di cernita e raccolta di rifiuti dalle pattumiere, dove la stessa immondizia di vario genere e di varia provenienza, che non desta l’interesse dei nomadi, viene abbandonata appunto per strada, mentre il resto viene smaltito nelle discariche abusive attraverso lo sversamento e / o incenerimento a terra, creando tra l’altro depositi incontrollati, caratterizzati da grandi quantità di cose indesiderate. Spesso, questi roghi vengono appiccati non soltanto nei campi rom, alcune dei quali autorizzati ma anche nei pressi delle abitazioni dei cittadini, costretti a subire questi veri reati, tra l’altro anche quelli di violazione della proprietà privata, invasa al fine di occupare e danneggiare il suolo e la cosa pubblica. Oltre il fatto che vengono contaminati gli ambienti, gli stati di salute degli abitanti e dell’atmosfera sempre più inquinata, queste pratiche illecite svolgono delle attività che in realtà sono rivolte unicamente agli operatori dell’AMA, sia per quanto riguarda lo smaltimento, la separazione e il recupero dei rifiuti e delle componenti metalliche, destinate in teoria a rientrare nel mercato. Proprio il rogo su determinati componenti comporta l’emissione di gas e fumi tossici per ogni essere vivente. Quindi, si verifica un vero e proprio trattamento illecito di rifiuti, di stoccaggio e di messa in riserva di rottami vari, materiali ferrosi e metallici e quant’altro, trasportati a bordo di mezzi ovviamente non autorizzati. Inoltre, tutto il materiale raccolto viene immesso irregolarmente nel mercato delle vendite. Le forze dell’ordine della Polizia Locale, i Vigili del Fuoco e il Corpo Forestale dello Stato tentano più volte di arginare e bloccare definitivamente questi reati, rimasti sempre impuniti, proprio per contrastare i conseguenti disastri ambientali. A tal proposito, è dovuta intervenire anche la Commissione Europea per avviare una procedura di indagine, ovvero EU PILOT, a seguito dell’interrogazione presentata da Angelilli, nella data del 29 gennaio 2014, denominata “Combustione illegale di rifiuti e materiali negli insediamenti abusivi di Roma“, con la quale si chiedeva alla stessa Amministrazione di Roma Capitale di fornire informazioni dettagliate sul fenomeno, descrivendo le azioni effettive, al fine di attuare la normativa europea. Di contro, per interrompere le procedure della Commissione Europea, è stato annunciato l’impegno di porre in atto delle misure significative da parte sia del Comune che della Regione Lazio, da parte degli enti competenti, per porre fine a questo sistema lesivo del decoro, della salute, dell’impatto ambientale e di tutte le attività illecite che intercorrono. Sfortunatamente, dopo un anno dall’annuncio di tali responsabilità, da parte della Giunta del Sindaco di Roma Ignazio Marino, non è stata apportata alcuna modifica o atto ufficiale o azione reale per far fronte ad una questione così delicata e sottovalutata, in maniera dignitosa e ben gestita. Così, come la Commissione Politiche Sociali e la Commissione Ambiente del Comune di Roma non hanno provveduto ad avanzare atti relativi al grave fenomeno, nonostante l’inchiesta sia stata apertamente discussa nel mese di aprile del 2014. Proprio in quell’occasione, l’Assessore all’Ambiente, Estella Marino, aveva pubblicato un avviso rivolto al pubblico del Dipartimento Tutela Ambientale di Roma Capitale, inerente alla raccolta di manifestazioni di interesse riguardo una procedura selettiva, al fine di concedere finanziamenti o contributi per poter realizzare un progetto che guidi e gestisca il fenomeno del rovistaggio nei cassonetti, insieme ad un altro progetto di ricerca per il rafforzamento delle politiche di intercettazione del rifiuto ai fini del riciclo. Era stata prevista un spesa complessiva di 100 mila euro. Ad oggi però, non sono state riscontrate informazioni utili, né a carattere ufficiale né pubblico, sul bando di Estella Marino, anzi, sono state riportate scarse manifestazione di interesse, tra l’altro neanche prese in considerazione. Inoltre, c’è da aggiungere che nella giornata del 3 febbraio 2015, la maggioranza dell’assemblea capitolina ha scelto di bocciare una proposta riguardo a questa tematica. Si sta verificando la mancata visione, coerente e organica, da parte della Giunta Marino, dovuta ai costanti conflitti riguardanti le responsabilità tra gli assessorati del Comune di Roma, ad esempio come dalle recenti affermazioni dell’Assessore alle Politiche Sociali, Francesca Danese, circa l’idea di coinvolgere i Rom nella raccolta differenziata per favorirne l’inclusione sociale e lavorativa, subito smentita e corretta dall’Assessore all’Ambiente Estella Marino. E’ stata esposta una diffida stragiudiziale al Comune di Roma, ai sensi della legge numero 241 dell’anno 1990, con successive modificazioni ed integrazioni da parte di tutti gli amministratori di Roma Capitale, al fine di chiedere l’adozione urgente di provvedimenti volti a bloccare il fenomeno delle discariche abusive, dei roghi tossici e del rovistaggio / danneggiamento dei cassonetti. Ciò in virtù del fatto che:
l’articolo 198 del decreto legislativo 152 del 2006, con successive modificazioni ed integrazioni, definisce le competenze dei Comuni in merito alla gestione dei rifiuti urbani, i quali provvedono a disciplinare tale gestione attraverso l’adozione di specifici regolamenti. Roma capitale, con deliberazione n. 105/2005 ha approvato il regolamento di gestione dei rifiuti urbani, che, tra l’altro: disciplina le norme per il conferimento e la raccolta dei vari tipi di rifiuti urbani; delinea i criteri di distinzione tra rifiuti urbani domestici, esterni e speciali; definisce il sistema sanzionatorio per eventuali violazioni. Lo stesso regolamento, unitamente alle successive ordinanze comunali, prevede sanzioni pecuniarie in caso di: incendio di rifiuti; abbandono e scarico di rifiuti solidi o liquidi in area pubblica o privata; danneggiamento dei mezzi di raccolta e trasporto, rimozione, spostamento, intralcio alla corretta movimentazione; imbrattamento delle pubbliche vie in modo tale da alterare le caratteristiche della superficie stradale, sia pure temporaneamente ed in modo non irreversibile, con importi dai 25 ai 500 euro.
La Regione Lazio con delibera n. 66 del 2009 con cui è stato approvato il piano di risanamento della qualità dell’aria, all’articolo 9, comma 3, delle norme di attuazione del piano, ha richiamato le attività di controllo di competenza comunale, tra cui specificatamente quella riguardante l’osservanza del divieto di combustioni all’aperto evidenziando l’esigenza di una loro intensificazione. Come ribadito dall’Assessorato all’Ambiente del Comune di Roma, nella lettera del 15 aprile 2014, inviata ufficialmente alla Commissione Europea, il fenomeno dei roghi è una problematica che necessita un approccio complesso che riguarda molteplici competenze all’interno dell’amministrazione di Roma capitale, a partire dall’individuazione delle cause che ne sono all’origine e che riguardano gli insediamenti, anche abusivi, di campi rom, le quali rientrano nella competenze del Dipartimento Promozione Servizi Sociali, sussidiarietà e salute, gestione e regolazione dei campi rom e del Gabinetto del sindaco, per la parte sicurezza e decoro.
L’articolo 13 della direttiva 2008/98/CE, riguardo il quadro sui rifiuti, dispone che le autorità competenti devono adottare tutte le misure necessarie per garantire che la gestione dei rifiuti sia effettuata senza danneggiare la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente. Considerato, infine, che secondo gli ultimi dati disponibili della Prefettura: a Roma, tra il 2013 e il 2014 sono state sequestrate discariche abusive per oltre 160 mila metri quadrati, ovvero più di 16 ettari di terreno, pari ad oltre 40 campi di calcio regolamentari; ancora, tra il 2013 e il 2014 sono stati sequestrati 45 autocarri non autorizzati per il trasporto dei rifiuti; nel villaggio attrezzato “La Barbuta” oltre allo smaltimento in discarica abusiva mediante incenerimento a terra, sono stati sequestrati oltre 700 chilogrammi di eternit; bonificare le aree trasformate in discariche abusive ha costi elevatissimi, ad esempio, al villaggio de “La Barbuta” la sola messa in sicurezza con rimozione dei rifiuti è costata circa 290 mila euro. Almeno il 50% dei cassonetti a Roma risulta danneggiato o parzialmente non funzionante e il costo per la sostituzione di un cassonetto si attesta sui 1.200 euro circa. Si vogliono sapere, per tanto, le seguenti cose:
se i Ministri in indirizzo intendano assumere nell’ambito delle proprie attribuzioni, un’iniziativa di sensibilizzazione nei confronti del Comune di Roma di fronte a questa insostenibile situazione, come dimostrato dalle innumerevoli segnalazioni fatte dai cittadini e dai dati della Prefettura di Roma e della Polizia Locale;
se il Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare ritenga opportuno approfondire le conseguenze in termini di inquinamento ed impatto ambientale che può determinare il protrarsi di questa situazione di degrado, attivando, anche d’intesa con la Regione Lazio, le strutture competenti per un’attività di inchiesta e monitoraggio sul fenomeno delle discariche abusive, dei roghi tossici e del rovistaggio / danneggiamento dei cassonetti;
se i Ministri ritengano utile una più immediata azione ispettiva che dia un quadro omogeneo del fenomeno, al fine di adottare misure concrete da parte dell’amministrazione di Roma Capitale.
Così è stata avanzata l’emergenza rifiuti sui roghi tossici e sulle discariche abusive.
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di Erika Lo Magro
17 febbraio 2015