Due ex lavoratori della Groundcare hanno iniziato nella giornata di ieri, 3 febbraio, lo sciopero della fame al fine di richiamare l’attenzione delle autorità aeroportuali. Per l’occasione, è stata montata una tenda come presidio in largo Linate-8 ottobre 2001, nei pressi dell’aeroporto di Fiumicino, davanti la palazzina degli uffici amministrativi di Adr. L’intenzione è quella di rimanerci a oltranza.
“Avevano detto che ci avrebbero riassunti e invece è di nuovo tutto bloccato. Non ho più soldi, non ci pagano la cassa integrazione – racconta Danilo Bindella 42 anni, che insieme all’ex collega Ezio Scarsella 53 anni ha iniziato lo sciopero della fame – e la mobilità non si sa quando arriverà. Ho due bambini e sono senza entrate. Sono disperato. Ho un’assicurazione sulla vita e sto pensando che se morissi potrei almeno lasciare qualcosa ai miei figli. Abbiamo partecipato ai presidi, ma sono stanco. È da un mese che facciamo manifestazioni, ho deciso di fare una scelta radicale, una protesta legale che speriamo serva. Non ce ne andremo fino a quando non si chiarirà cosa vogliono fare della Groundcare”.
“Rimarrò qui – aggiunge Scarsella – fino a quando il giudice non farà un passo indietro e l’asta non verrà aggiudicata. Siamo arrabbiati per come siamo arrivati a questo punto: oggi siamo noi, ma domani toccherà a un altro handler. Occorre un cambiamento radicale di questa situazione. In questo momento si sta svolgendo un incontro tra Adr e sigle sindacali regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ma noi stiamo manifestando come singole persone, alle associazioni sindacali abbiamo chiesto solo un aiuto logistico per organizzare la tenda”.
A sostegno dei due scioperanti, anche un centinaio di lavoratori Groundcare che questa mattina hanno portato la loro solidarietà ai due scioperanti, Diversi gli striscioni di protesta: “Più passeggeri, meno lavoratori”; “Senza lavoro non si mangia”; “Adr-Enac: gli esuberi non siamo noi”; “Sciopero della Fame. Mafia aeroportuale”.
3 febbraio 2015