“Le mie dichiarazioni, rilanciate dall’agenzia Dire nel pomeriggio, risalgono a una settimana fa quando ho visitato la Best House Rom, il ghetto di Via Visso dove ho visto persone abitare ammassate in stanzette senza finestre”. Così l’assessora alla Casa e alle Politiche sociali di Roma Capitale, Francesca Danese.
“Persone – continua Danese – che vivono di espedienti in strutture inumane e perdipiù costosissime per la collettività. Le dichiarazioni non alludono ad alcuna delibera ma è doveroso che l’Assessorato alle politiche sociali immagini percorsi di integrazione che passino per l’inserimento al lavoro e l’emersione di quante più persone dalla marginalità e da quelle zone d’ombra dove è più forte la contaminazione con i circuiti criminali. Ciascun percorso di integrazione deve valorizzare le competenze, le abilità, i saperi e deve pretendere legalità da ciascuno degli attori. Per questo, tra mille altre azioni, ho immaginato che si potessero combattere rovistaggio e roghi tossici anche costruendo filiere di recupero, riuso e riciclaggio che possano allontanare quante più persone, ad esempio, dai circuiti della ricettazione. Purtroppo, per alcuni esponenti politici, l’avversione alle politiche di accoglienza, il razzismo e l’attaccamento a costosi ghetti sono più forti della solidarietà e dell’amore per questa città”.