Marco Pantani, conosciuto anche come il Pirata, è nato a Cesena il 13 gennaio 1970, ed è stato un ciclista su strada. Nella sua carriera ha ottenuto 46 vittorie ed è stato uno dei professionisti a vincere Giro d’Italia e Tour de France nello stesso anno.
Marco Pantani ha iniziato con il calcio, ma ben presto si è avvicinato al ciclismo e ha mostrato doti di un vero scalatore. All’inizio degli anni Novanta è passato alla Carrera, con cui ha corso fino al 1996 e proprio nel 1994 è arrivata la sua prima vittoria al Giro d’Italia, nella tappa di Merano e dell’Aprica. Quel Giro d’Italia l’ha visto arrivare secondo nella classifica generale e ha fatto sì il suo nome cominciasse ad essere conosciuto. Al suo debutto al Tour de France è riuscito a classificarsi terzo, aggiudicandosi anche la maglia bianca come Miglior giovane.
Nel 1995, a causa di un incidente, non ha partecipato al Giro d’Italia e non è arrivato in condizioni ottimali al Tour de France, ma questo non gli ha impedito di vincere la talla sull’Alpe d’Huez e quella di Guzet Neige. Ed è durante il Tour che è nato il soprannome di Marco Pantani, il Pirata, che invece di usare il berretto corre con una bandana in testa.
Sempre nel 1995 Pantani ha vinto il bronzo in Colombia, ma proprio quando la carriera sembrava essere in discesa, il 18 ottobre 1995, è stato investito da un fuoristrada che viaggiava in senso contrario sulla sede della gara della Milano-Torino. Un incidente che l’ha portato un’intera stagione a causa delle lunghe cure.
Nel 1997 è passato alla Mercato Uno, una squadra interamente costruita intorno a Marco Pantani, pronto a tornare in gara al Giro d’Italia. Ancora una volta la sfortuna è tornata sulla strada del Pirata, che nella discesa del valico di Chiunzi è stato protagonista di un nuovo incidente causato da un gatto in mezzo alla strada. Solo grazie all’aiuto della squadra è riuscito a terminare la tappa, ma l’incidente l’ha portato ad abbandonare la corsa. Questa volta si è ripreso velocemente e ha partecipato al Tour de France, vincendo la tappa dell’Alpe D’Huez e di Morzine.
Ma l’anno d’oro di Marco Pantani è stato il 1998, che l’ha visto imporsi al Giro d’Italia nelle tappe di Piancavallo e Montecampione. Lo stesso anno ha vinto il Tour de France. Il 1999 è iniziato nel migliore dei modi e nel Giro d’Italia si è nuovamente imposto con ben quattro vittorie: Gran Sasso, Oropa, Papeago e Madonna di Campiglio. Ma proprio dopo la vittoria dell’ultima tappa la carriera di Marco Pantani è stata destinata a un cambiamento: il 5 giugno sono stati resi pubblici i risultati dei controlli medici svolti la mattina stessa e il valore ematocrito del Pirata è risultato al 52%, più alto rispetto a quanto consentito dai regolamenti (50%). Sospensione di 15 giorni e matematico addio alla maglia rosa. Subito dopo l’intera squadra si è ritirata. In seguito c’è chi ha confermato l’uso di sostanze dopanti del ciclista, come la fidanzata, ma anche chi ha parlato di un vero e proprio complotto attuato ai suoi danni, tanto che Vallanzasca nel 2007 ha detto che giorni prima dell’ultima vittoria di Pantani gli è era stato suggerito di scommettere sulla sua sconfitta al Giro.
Finita la sospensione dei 15 giorni, Marco Pantani ha deciso di non correre al Tour de France e piano piano è iniziata la sua parabola discendente che l’ha portato anche a cadere nella spirale della cocaina, superata dopo mesi, ma che non gli ha consentito di presentarsi al meglio al Giro del 2000. Le corse successive sono state incolori e il processo in corso per frode sportiva legato a fatti del 1995 non ha fatto altro che accentuare la sua fragilità. Tutti gli avvenimenti l’hanno portato a perdere la serenità per tornare a correre e, nonostante la decisione di partecipare al Giro e al Tour del 2003: nel primo si è classificato tredicesimo, mentre al secondo non ha preso parte a causa dell’esclusione della Mercatone Uno. Nel giugno del 2003 è entrato in una clinica per disintossicarsi e per curare la depressione.
Il 14 febbraio 2004 Marco Pantani è stato trovato morto in un residence di Rimini. L’autopsia effettuata ha rivelato la causa: un edema polmonare e cerebrale, conseguenza di un’overdose da cocaina. La stessa ha anche rivelato che il Pirata, nel corso della carriera, non ha usato molto l’Epo. La notizia ha lasciato sgomenti tutti gli appassionati del mondo sportivo.
La madre, come il resto della famiglia Pantani, non è mai stata convinta della tesi del suicidio e per molto ha chiesto la riapertura delle indagini, anche appellandosi ad alcuni dettagli: il suicidio attraverso l’ingestione di cocaina, che è risultata essere sei volte superiore rispetto alla dose letale; le firme per il prelievo dei soldi utilizzati per comprare la droga, che sembrerebbero falsificate; la presenza di lividi sul suo corpo e l’assenza di cocaina nella stanza del residence in cui è morto.
Solo il 2 agosto 2014 la Procura della Repubblica di Rimini ha deciso di riaprire le indagini sulla morte del Pirata per verificare l’ipotesi di omicidio volontario.
14 febbraio 2015
