Multa da 7 mila euro per uno spazzolino da denti rubato, nascosto sotto la giacca, per un figlio malato, ad Alessandria, inflitta ad un padre tunisino di 51 anni, Abdelhamid Akrout, che in seguito alla scoperta del furto da parte dei cassieri della catena Bennet. Ha dovuto rendere l’oggetto e pagare la multa di tale cifra esagerata, per danni morali, secondo quanto sostenuto dall’azienda. Il responsabile della refurtiva è un uomo disoccupato dal 22 marzo 2013, con a carico un figlio che non gode di buona salute. Nonostante in Tunisia abbia acquisito un diploma da infermiere, nel Belpaese, non gli sono stati ancora riconosciuti i suoi meriti e inerenti certificati, quindi si accontenta di svolgere lavori assistenziali quando vi si richieda la possibilità. Tuttavia, l’azienda non ha voluto ritirare la denuncia per rispettare le disposizioni della stessa, non vuole transigere neanche verso il minimo furto quotidiano e per questo, a prescindere dalla qualità e dal valore economico di un prodotto rubato, seppur restituito in buone condizioni, si infligge rigorosamente la stessa condanna, in tutti i centri di vendita commerciale, al fine di arginare reati simili. Perciò è giunta in Tribunale la vicenda. Inoltre, in breve tempo, si vorrà applicare una legge che prevede l’estinzione di piccoli reati considerati praticamente nulli, ma siccome la norma non è ancora stata deliberata, secondo quanto dichiara il giudice Seddaiu, in questo caso, per mancanza di possibilità economiche, è prevista per l’uomo una condanna di 5 mesi di reclusione con una multa pari a 100 euro. Così, l’avvocato difensore del povero padre, ha giudicato la reazione, decisamente sproporzionata, inaccettabile e inappropriata, chiedendo di applicare tutte le possibili attenuanti esistenti di carattere generico, danno lieve e di risarcimento. Tra l’altro, ha avanzato il ricorso in appello per poter usufruire della futura norma, aggiungendo che il costo del nuovo grado di giudizio se lo “accollerà” lo Stato. Alla fine il verdetto è di 27 giorni di reclusione trasformati in 6750 mila euro.
di Erika Lo Magro
5 febbraio 2015