Simona ha 40 anni, una figlia e un compagno. Simona aveva anche un lavoro come dipendente di un negozio di elettronica presso il centro commerciale Romaest. Un lavoro che ha perso per colpa di un tumore che l’ha costretta a stare in un letto di ospedale per due mesi. Al suo rientro a casa, Simona trova la famiglia ad attenderla, ma assieme all’affetto dei cari trova una lettera da parte dell’azienda presso cui lavorava. Poche righe che le comunicano la cessazione del rapporto di lavoro per ‘superamento del periodo di comporto’. Una donna malata di cancro licenziata per troppe assenze. A renderlo noto un comunicato dell’Usb. L’azienda, “prima catena di elettronica di consumo in Europa con megastore distribuiti in 16 paesi europei, ha applicato alla lettera il contratto di lavoro e non ha avuto alcun riguardo per la lavoratrice, mamma di una figlia, che ora si ritrova a combattere contro il cancro e contro la disoccupazione”. Francesco Iacovone dell’Esecutivo Nazionale USB Lavoro Privato dichiara la sua amarezza, considerando l’accaduto un “prodotto di una società che annulla l’aspetto umano. I lavoratori sono meri strumenti di produzione, al pari di uno scaffale. Il morale, la serenità e la sicurezza economica, in questa malattia, fanno la differenza. E l’azienda pur applicando le regole contrattuali, ha dimostrato di non aver il minimo riguardo per una sua dipendente che da tanti anni lavora per questa multinazionale”. “Impugneremo il licenziamento e chiederemo l’immediato reintegro – prosegue il sindacalista – forti anche di quanto accaduto recentemente a Brindisi dove Patrizia, una 52enne impiegata di una multinazionale del settore petrolchimico malata di cancro è stata reintegrata, grazie a una petizione di 80mila firme e un accordo con la multinazionale. Rientrerà a lavoro il prossimo lunedì 16 febbraio. La donna era stata licenziata dall’azienda il 17 novembre scorso, dopo 25 anni di servizio”. Il sindacato ha lanciato in rete un hashtag: #dallapartediSimona, promettendo iniziative volte a restituirle il lavoro e la dignità.
di Laura Guarnacci
14 febbraio 2015